L'AQUILA «L'attuale sistema per la ricostruzione non deve essere cambiato, si tratta solo di oliare alcuni meccanismi. E in questo può esserci d'aiuto il consiglio regionale, legiferando di volta in volta norme facilitative». Dopo l'approvazione del decreto che stanzia 1,2 miliardi per L'Aquila, il sindaco Massimo Cialente ingrana la marcia pensando al 2014, chiama a raccolta i sindaci del cratere e strizza l'occhio alla Regione. Sarà l'euforia per il risultato ottenuto, per l'uno, e la campagna elettorale per l'altro, ma tra Cialente e il presidente Chiodi spirano venti di pace. Tanto che il governatore ha lanciato due proposte: o una legge regionale per la ricostruzione ex novo, oppure interventi estemporanei, dove e quando serve. Cialente sceglie la seconda: «Inutile cambiare ora il sistema adottato», dice il primo cittadino, «ma vanno bene piccoli aggiustamenti, in modo da oliare il meccanismo. C'è bisogno quindi un consiglio regionale che ci segua e con estrema velocità faccia norme in grado di semplificarci il cammino. Si tratta di facilitare gli aspetti urbanistici, le demolizioni e le ricostruzioni, la rimozione delle macerie e quanto altro attiene al processo della ricostruzione. Ma non solo. Ci sono anche altri tasselli, come i contributi per il progetto di L'Aquila capitale della cultura, o il rinnovo del Cda dell'Accademia dell'Immagine, per salvare la struttura e utilizzare 6 milioni di euro fermi. Insomma, la Regione può fare la sua parte». Mentre rilascia l'intervista Cialente sta leggendo l'articolo che ieri il Centro ha dedicato al sì della Camera al decreto sulle emergenze ambientali, che prevede erogazioni per le zone terremotate e stanzia 1,2 miliardi per L'Aquila: «Mi riempie di soddisfazione», commenta il sindaco, «leggere il testo del decreto per la parte che ci riguarda. E pensare che fino a un mese e mezzo fa sembrava una missione impossibile. Invece la mia iniziativa eclatante di togliermi la fascia e rimuovere il tricolore dai palazzi istituzionali, tanto avversata da taluni e da una parte direi pessima del consiglio comunale, ha avuto successo: a Roma si è capito che non ero solo. Faccio un rimprovero a quei sindaci del cratere che non sono stati al mio fianco: però come farebbe un fratello maggiore mi sono attivato anche per loro. Un grazie enorme a Stefania Pezzopane e anche a Giovanni Legnini e agli altri protagonisti di questa battaglia». Aver vinto una battaglia però non basta. E qui il sindaco cambia tono: «Lo dico chiaramente a tutti gli aquilani: abbiamo risolto per il 2013, ma non c'è nulla per il 2014 e gli anni seguenti. Quindi la mobilitazione deve ripartire da subito, e questa volta deve essere corale, occorre una fortissima presenza politica. Io», sottolinea Cialente, «già domani sarò di nuovo al ministero dell'Economia e delle Finanze, per illustrare una proposta, elaborata con grandi nomi dell'economia: un sistema per trovare i fondi necessari, senza farli rientrare nel debito pubblico. Poi mercoledì volo a Bruxelles, sempre per perorare la nostra causa: non è possibile che L'Unione Europea ci costringa a rispettare il patto di stabilità. Ne ho parlato anche col premier Enrico Letta: serve un' Europa diversa. Spero che in Lunigiana il sisma non abbia fatto danni, ma siamo già a tre terremoti in Italia nel giro di pochi anni».