Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.321



Data: 24/06/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Il governo alla ricerca di sei miliardi. Si torna a parlare di accise sui carburanti e tassazione di sigarette elettroniche e alcolici

ROMA Quattro miliardi di Imu e due per rimandare l’Iva a dicembre. Ad una settimana dallo “scatto” dell’aliquota al 22%, il governo tenta di reperire le risorse necessarie a scongiurare, almeno per il momento, quello che il Pdl vedrebbe come fumo negli occhi. Le valutazioni sull’Iva non possono però prescindere da quelle sull’Imu, considerando che entro agosto bisognerà procedere anche con la revisione della tassazione della casa e che altre coperture saranno quindi necessarie se si deciderà di abolire, o comunque rimodulare al ribasso , l’imposta sugli immobili. Per l’aumento dell’Iva la soluzione più plausibile sembra al momento quella di un rinvio. Dopo le tensioni nell’esecutivo emerse alla vigilia del fine settimana, il premier Enrico Letta ha cercato di placare gli animi dicendosi fiducioso sulla possibilità di evitare - «o spostare» - il rincaro. Un congelamento di tre mesi avrebbe però per le casse dello Stato un costo pari a un miliardo, che salirebbe a due, se, come ipotizzato da più parti, si rinviasse addirittura fino alla fine dell’anno. E se venisse cancellato, il governo, per rispettare gli impegni assunti con l’Ue, dal 2014 dovrebbe reperire risorse pari a 4 miliardi di euro ogni anno. Non a caso, il viceministro all’Economia, Stefano Fassina, ha parlato esplicitamente di un rinvio necessario per affrontare poi il problema in modo definitivo con la legge di stabilità, inserendo quindi l’abolizione dell’aumento nel budget per il 2014, quando saranno a disposizione gli 8-10 miliardi liberati dalla chiusura della procedura di infrazione Ue nei confronti dell’Italia. Sul tavolo resta quindi il problema fondamentale della copertura per quest’anno. Come già nel dl fare, una delle voci a cui si tende ad attingere per ogni emergenza è quella delle accise sui carburanti, a cui si potrebbero aggiungere anche quelle su sigarette elettroniche e alcol. Un altro filone sarebbe quello del taglio alla spesa, anche se emerge come possibilità anche quella della vendita degli immobili pubblici. Al ministero dell’Economia è attiva la Sgr che dovrà gestire il processo di dismissione degli immobili pubblici, con una prima dote di 350 beni da circa 1,2 miliardi pronti per essere conferiti dal Demanio. Nel portafoglio della società potrebbero inoltre confluire anche immobili provenienti da altri due canali, quello di “Valore paese” e quello di “Valore paese dimore” che punta su immobili che potrebbero essere trasformati a scopi turistici.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it