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Data: 24/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Ruby, oggi la sentenza. Il Cavaliere schiera il Pdl

ROMA Sentenza Ruby. Lodo Mondadori. Caso De Gregorio. E, in mezzo, un Cdm decisivo che dovrà decidere sul rinvio dell’aumento dell’Iva. La settimana che si apre oggi è da far tremare i polsi. Per le sorti personali del Cav come per quelle del governo, il cui appoggio del Pdl non è più scontato.
Oggi Berlusconi attenderà la sentenza del processo Ruby (concussione e prostituzione minorile l’accusa, sei anni e interdizione perpetua ai pubblici uffici la richiesta dei pm) nella sua villa di Arcore. Né lui né il suo avvocato Nicolò Ghedini si aspettano buone notizie. L’umore è nero: nessun commento preventivo, ma trapela il giudizio «sull’ennesima persecuzione giudiziaria». Domani l’ex premier rientrerà nella Capitale dove lo attendono due appuntamenti di partito. Nel pomeriggio sono convocati i gruppi parlamentari, mercoledì mattina la Direzione nazionale del Pdl a via dell’Umiltà. Vero è che la convocazione era obbligata (entro il 30 giugno va approvato il bilancio 2012) e tra taglio del finanziamento pubblico ai partiti, ridimensionamento dell’organico e trasloco di sede nazionale (a piazza San Lorenzo in Lucina) sono molte le decisioni da prendere sul piano organizzativo, ma non mancherà il punto politico della situazione proprio nel giorno in cui il governo Letta dovrà dire una parola definitiva sull’Iva. Giovedì, infine, un altro doppio appuntamento giudiziario: udienza (forse definitiva) in Cassazione sul mega risarcimento alla Cir di De Benedetti e udienza preliminare a Napoli per il processo (rito abbreviato) su presunta corruttela di senatori.
FUOCO DI SBARRAMENTO

Ufficialmente, sia Berlusconi che l’intero Pdl negano ogni relazione tra le vicende giudiziarie dell’ex premier e le sorti del governo, ma il clima è pesante. Il fuoco di sbarramento di tutti i dirigenti del Pdl – falchi o colombe che siano – si è spostato sui temi economici. «Non dobbiamo arretrare neppure di un millimetro su Iva e Imu» e «così è difficile andare avanti», sono le frasi che Berlusconi ripete a tutti i suoi. L’altro giorno hanno attaccato il governo, anche se ne fanno parte, le colombe, da Alfano a Schifani fino alla Gelmini, ieri è stata la volta dei falchi (Capezzone, Bernini, Brunetta). Schermaglie che nascondono solo nervi tesi e una corda pronta a spezzarsi, quella tra Pdl e governo, con Berlusconi pronto a incalzare Letta anche su un altro fronte: revisione dei vincoli europei per rinegoziarne i parametri e chiedere deroghe al Consiglio Ue del 30 giugno.

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