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Data: 24/06/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
I consiglieri di Chiodi vogliono il voto a primavera Chi sa di non venire rieletto punta agli stipendi

PESCARA Le parole di Chiodi in questi ultimi mesi sembrano essere sempre le stesse. Ma d’altra parte i suoi successi politici di questi anni diventano cavallo di battaglia di una campagna elettorale dove dovrà, quasi con certezza, confrontarsi con una macchina da guerra della politica abruzzese. Quel Luciano D’Alfonso pronto a tornare, più agguerrito che mai, nella politica che conta. Mancano le primarie, gli ultimi dettagli per D’Alfonso, che ha comunque iniziato incontri tra la gente proprio in provincia di Teramo, cercando di tastare gli umori in casa dell’avversario. Chiodi ribatte, dicevamo, con gli aspetti positivi di cinque anni di governo, dove ha superato un terremoto che ha distrutto la città dell’Aquila, dove ha saputo tenere sottotraccia un terremoto politico. Una maggioranza che si è subito divisa in schieramenti territoriali, con una faida antiteramana, dove i suoi stessi compagni di percorso teramani hanno abbandonato, qualcuno in maniera temporanea, quello schieramento politico dove sono stati eletti. Adesso ci sono i senza casa, come Berardo Rabbuffo, eletto nel listino e orfano di Fli. C’è Giandonato Morra, che è passato alla Destra ma non ha forza elettorale per proporre una lista d’appoggio al candidato presidente con la certezza di portare a casa un consigliere. Differente la posizione di Paolo Gatti. Chiodi lo vuole candidato. anche per evitare che ceda a lusinghe e sirene che lo vorrebbero altrove. Lui, Gatti, se si candida non presenterà una lista propria. Situazione quindi ancora tutta da districare. L’ultimo assessore teramano, esterno, quindi per grazia ricevuta, Mauro Di Dalmazio, questa volta dovrà misurarsi con l’elettorato. Al turismo dice di aver fatto molto ma gli operatori del settore lo criticano fortemente. Rimane un grosso punto interrogativo Ma Chiodi è convinto che i suoi risultati bastano e avanzano per sconfiggere D’Alfonso. Anche a Rivisondoli, al convegno organizzato da Cantiere Abruzzo ha spiegato in che modo la sua Regione ha resistito alla crisi, dicendo che la politica deve guardare con «fiducia, ma anche mettendo in atto politiche di sostegno e di sviluppo, alle potenzialità che può offrire il mondo giovanile».

Rimane l’incognita sulla data delle elezioni. Votare a novembre sarebbe piaciuto al Governatore, ma dentro il centrodestra in pochi hanno sposato questa opzione. Le malelingue, che devono avere un fondo di verità però, affermano che Chiodi è rimasro ostaggio di tanti consiglieri che sanno di avere speranze ridotte al lumicino di poter tornare sugli scranni dell’Emiciclo dopo la riforma che riduce il numero dei posti a disposizione. E proprio a questi fa gola la possibilità di avere quattro mesi di stipendio in più. Si parla di tagli alle spese, di contenimento dei costi, ma la busta paga ai consiglieri regionali piace e piace molto. Così si sfrutterà tutto il tempo utile e si voterà in primavera. E nel centrosinistra si fa finta di alzare la voce contro questa decisione. Ildiscorso dello stipendio che fa gola cambia di poco.

La speranza di Chiodi è che questi mesi risultino utili per continuare la crescita di consensi nell’elettorato. Gli ulti mi sondaggi sembrano dare ragione al centrodestra. Sondaggi sono ancora dalla parte del presidente della Regione. L’ultimo, che è stato effettuato all’inizio di giugno da Scenaripolitici dà il centrodestra al 33,5%, con un aumenti di 4,1 punti rispetto alle politiche del 2013, seguito dal Movimento 5Stelle al 28,5%, con un calo dell’1,4% e il centrosinistra al 27% contro il 26,2% delle scorse politiche. Chi perde decisamente sono Scelta Civica e Udc, attestate sul 5,5% contro l’8,2 della scorsa primavera.

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