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Data: 25/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Idem dal premier poi si dimette, le sue deleghe saranno suddivise

ROMA Con lo stesso piglio con cui sfidava le sue avversarie in canoa aveva detto: «Non mi dimetto, non ho commesso nessuna irregolarità». Quarantotto ore dopo Josefa Idem, l’ex campionessa olimpica fino a ieri ministro per le Pari opportunità, stretta da un pressing sempre più pressante, si è arresa: «Quando sono salita dal presidente Letta avevo già maturato la mia decisione ma ho voluto comunque condividere con lui l’attenta valutazione del quadro venutosi a creare ed esporgli la scarsa rilevanza di quanto imputatomi». Uscita di scena seguita dalla dichiarazione ufficiale: «Confermo le mie dimissioni augurando buon lavoro al presidente del Consiglio».
DECISIONE SOFFERTA

Tra l’ingresso a Palazzo Chigi e l’annuncio sono passate quasi 3 ore. Una decisione meditata, dunque. Non si nasconde a Palazzo Chigi che molto si era investito su di lei. Letta aveva chiesto di conoscere tutti gli elementi, visionare per filo e per segno tutte le carte. Il mancato pagamento dell’Ici e dell’Imu per la palestra di Santerno, la frazione in provincia di Ravenna dove suo marito Guglielmo Guerrini continua ad allenare come faceva ai tempi in cui sua moglie gareggiava. E proprio la palestra, dichiarata fiscalmente abitazione principale, e dunque esentata dall’Imu, è costato il posto alla ministra. Ma più ancora la certezza «che non vi fosse la serenità necessaria a continuare insieme il percorso».
LINCIAGGIO

La Idem si è sentita disancorare dal suo stesso partito. Vittima di un linciaggio, timorosa di finire alla deriva. «Contro di me sono state scagliate parole come pietre, non sono una cittadina infallibile ma onesta», aveva reagito con uno scatto di nervi nelle ore in cui la polemica montava forte. La polizia municipale di Ravenna aveva appena ricevuto il mandato della Procura per verificare che non vi fossero gli estremi di un abuso edilizio. Le accuse si andavano sommando, insomma. A Ravenna, la cittadina che alle primarie del Pd l’aveva incoronata come la più votata, (9.382 preferenze), la seconda di tutta l’Emilia Romagna, nessuna voce o quasi si era levata in sua difesa. L’ex medaglia d’oro di Sidney 2000 non ha retto allo stress. Ha parlato di linciaggio, di montatura mediatica. E qualcuno ha tirato fuori anche la storia degli oneri previdenziali addebitati al Comune, conseguenza di un presunto contratto fittizio con l’associazione Kajak presieduta dal marito, suo allenatore ai tempi in cui lei non aveva rivali.
PRESA D’ATTO DEL PREMIER

Letta ha informato il presidente della Repubblica che dal prossimo Consiglio dei ministri le deleghe verranno distribuite tra i componenti stessi dell’esecutivo (deludendo forse qualcuno, tipo la Santanché, che subito aveva rivendicato per il Pdl la poltrona libera). «Ho preso atto della volontà irrevocabile del ministro Idem di rassegnare le dimissioni - si spiega nella nota diffusa dal premier al termine del colloquio - Sono convinto che emergeranno rapidamente e in tutta la loro limpidezza, la correttezza e il rigore morale che conosco essere fra i tratti distintivi di Idem e per i quali io l’ho scelta e le ho chiesto di entrare a parte del governo».

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