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Data: 27/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pacchetto lavoro da 1,5 miliardi «Possibili 200 mila nuovi posti» Via libera del governo al decreto: bonus per le imprese che assumono e più flessibilità per i contratti a termine

ROMA Obiettivo: creazione di duecentomila nuovi posti di lavoro per i giovani nell’arco dei prossimi 18 mesi. È direttamente il premier Enrico Letta a spiegare, al termine del Consiglio dei ministri, quali effetti il governo conta di avere dal decreto sull’occupazione appena varato. Una serie di misure - tra incentivi per le assunzioni dei giovani under 29, alleggerimento dei vincoli per i contratti flessibili, attivazione di tirocini, aiuti per i giovani imprenditori del Sud - che dovrebbero iniziare a sbloccare un mercato del lavoro che negli ultimi anni ha subìto una vera e propria involuzione. Abbattendosi come un tornado sui soggetti più deboli, i giovani in particolare.
LE RISORSE

Sul piatto il governo è riuscito a mettere un miliardo e mezzo di euro, recuperati dalla riprogrammazione dei fondi Ue e fondi nazionali. Una cifra non altissima, ma comunque più sostanziosa rispetto alle ultime indiscrezioni. Tale da poter estendere le agevolazioni contributive per i neoassunti a tempo indeterminato anche alle regioni del Centro Nord. Non solo. Il decreto, con l’introduzione nel Mezzogiorno di «una carta per l’inclusione sociale», cerca di tamponare anche le situazioni di povertà estrema. Il nuovo strumento, con uno stanziamento di 167 milioni di euro, andrà incontro a 170.000 soggetti in forte difficoltà. Trovati anche 22 milioni per rifinanziare il fondo, ormai completamente a secco, per le assunzioni dei disabili.
Con il provvedimento appena varato - spiega il premier - «abbiamo voluto puntare sul lavoro di qualità, non sui ”ritagli”, per assestare un colpo duro alla grandissima piaga della disoccupazione giovanile».
UN PRIMO PASSO

Non è comunque un provvedimento esaustivo. Altri ne arriveranno nei prossimi mesi. È «un primo passo» si legge nel comunicato di Palazzo Chigi; «è solo l’inizio» dice il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, che ribadisce che presto «arriverà un secondo colpo». Nel quale potrebbe essere esaudita anche la richiesta di una riduzione strutturale del costo del lavoro.
Importantissimi saranno i prossimi vertici europei, a partire dal Consiglio europeo di oggi e domani. E poi mercoledì 3 luglio, la conferenza sull’occupazione giovanile che si terrà a Berlino. Letta - che già con il vertice di qualche settimana fa a Roma dei ministri del Lavoro e delle Finanze di Germania, Francia, Spagna e Italia, ha voluto dare un segnale fortissimo a Bruxelles - farà di tutto perché l’Ue, al di là delle parole, si decida a mettere in campo una potenza di fuoco significativa per far ripartire l’occupazione. «Ora ci attende una battaglia europea a favore dei giovani» dice il premier che, subito dopo, provvede ad annunciare con un twitter, scritto in inglese e che richiama l’account del presidente del Consiglio Ue Van Rompuy, l’avvenuto varo del decreto.
Sul piano interno intanto Letta incassa l’ok delle parti sociali. Sia il leader della Cgil, Susanna Camusso, che il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, parlano di «primo segnale positivo». E così il segretario confederale Uil, Guglielmo Loy che però sottolinea come il sindacato si sarebbe aspettato «una risposta più forte al problema dei tanti over 50 che perdono il posto di lavoro».

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