ROMA Il rinvio da luglio ad ottobre dell'aumento di un punto dell'Iva, dal 21% al 22%, sarà garantito da una copertura finanziaria composta dall’aumento al 100% dell’acconto Irpef, al 101% dell’acconto Ires e dalla tassa al 58,5% del prezzo di vendita per le sigarette elettroniche. Lo prevede il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri. E per molti la “pezza è peggiore del buco”. Secondo Cgia, l’aumento dell’acconto Irpef, Ires e Irap si tradurrà in una stangata da 2,6 miliardi proprio per le Pmi che lo stop vorrebbe preservare da un’ulteriore contrazione dei consumi. Il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni sembra però prendere tempo: «Sono misure prese in considerazione che adesso si stanno finalizzando» e spiega che tutte le misure prese finora, incluso quindi l’Iva, «creano sostegno alla domanda interna». Inoltre il provvedimento - sottolineano ambienti del Tesoro - non è blindato e in Parlamento il governo è pronto a valutare soluzioni alternative. Ma in ogni caso - avverte Letta - «in questo momento non è il caso di fare scelte che diano l’impressione di sfasciare i conti pubblici». Da Bruxelles, del resto, la reazione alle prime notizie è decisamente “tiepida” e guardinga: «La commissione - spiega il portavoce del commissario Olly Rehn - ha bisogno di capire come coprire il buco nei conti che si crea con il rinvio dell’Iva prima di commentare la misura». Risponde lo stesso Saccomanni a Bruxelles per l’Ecofin: «Le garanzie le abbiamo già date oggi in Cdm, tutto è fatto dentro gli impegni Ue, non ci sono sforamenti nè nuovi debiti». Ma bisogna ricordare che sull’Italia l’attenzione di Bruxelles è alta e che dubbi sulle coperture arrivano anche da più parti. Soprattutto dal Pdl. Un altro fronte si riapre per il governo. Dopo diversi annunci nella bozza delle coperture alla fine appare anche la paventata (dai produttori) tassa sulle sigarette elettroniche. È la stessa accisa che pesa sulle sigarette tradizionali a combustione: il 58,5%. Ma il problema è che la tassa è estesa a tutti i componenti delle e-cig: dal liquido, ai serbatoi, fino alla batteria. Così i produttori si chiedono provocatoriamente se il governo stia pensando di tassare anche le batterie dei cellulari o dei pc. Ma soprattutto si teme che la “potente” imposizione fiscale colpisca un settore in enorme espansione lasciando sul terreno “morti e feriti” in termini di occupazione. In ogni caso il governo conferma che il prospetto di copertura esatto arriverà ufficialmente solo oggi.