PESCARA Sicuramente troveranno le parole giuste per giustificare il rinvio al nuovo anno delle regionali. Ma sì, la scusa più credibile per spiegare agli abruzzesi creduloni come mai delle elezioni che per scadenza naturale dovrebbero svolgersi non oltre la fine del prossimo mese di novembre vadano poi a finire addirittura a marzo del nuovo anno. Anche se in tanti sperano poi in un intervento del governo per unificare le regionali abruzzesi alle altre amministrative fissate per la primavera inoltrata del 2014.È così. Senza girarci troppo attorno c’è più di un sospetto, ormai certezza, che il largo fronte dei favorevoli al voto a marzo del prossimo anno sia dettato da un volgarissimo motivo: percepire più stipendi che, soprattutto per chi in Consiglio non tornerà mai più, significa mettersi in tasca un bel gruzzoletto. Di questi tempi. Meglio stare ai fatti: il dibattitto o, se meglio si crede, lo scontro sulla data del voto è cominciato da mesi, prima ancora delle ultime politiche, quando il Partito Democratico sicuro di avere la maggioranza in Abruzzo chiedeva un giorno si e un altro pure di andare alle urne nel mese di novembre; perso il Senato, nel Pd sono rimasti a chiedere il voto in autunno soltanto il segretario regionale Silvio Paolucci che dal 2009 non vede l’ora di entrare all’Emiciclo dalla porta principale e Luciano D’Alfonso, pronto a votare anche domani mattina. Più attendisti i consiglieri uscenti. Diverso il quadro del centrodestra, dove al presidente uscente Gianni Chiodi spetterà decidere la data delle prossime regionali, in un periodo temporale che va da domenica 17 novembre 2013 a domenica 16 marzo 2014. In questi giorni di dibattiti e scambi di accuse reciproche, un altro presidente, Nazario Pagano, numero uno del Consiglio regionale, ha incontrato i consiglieri del centrodestra, per chiedere a ognuno un orientamento sulla data del voto. Bene. Meglio fare i nomi di chi si è espresso pe ril voto a novembre: Mauro Febbo, Giandonato Morra e Lorenzo Sospiri, i tre ex di Alleanza Nazionale. Facile immaginare che tutti gli altri, e non solo quelli del Pdl, si siano dichiarati favorevoli per una tornata elettorale nel nuovo anno. A questo punto, così come previsto in tempi non sospetti dal consigliere di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo, c’è da giurarci che in Abruzzo si tornerà a votare per le regionali la prossima primavera. Non resta ora che attendere la comunicazione ufficiale e nello stesso tempo farsi due conti. Se così sarà i nostri consiglieri regionali si metteranno in tasca altre quattro mensilità. Mica scemi.