Il governo sfidi l’Europa. Letta deve resistere alla posizione dell’Unione europea sulla restituzione delle tasse per intero e non avallarla». Questo il pensiero del presidente della Regione, Gianni Chiodi, reduce dalla due giorni di Bruxelles in cui ha preso parte all’audizione del gruppo del Partito popolare europeo. Chiodi è stato il primo ad andare fuori dal tema principale dell’incontro, che era la congruità della spesa per i 4.500 alloggi del progetto Case, e si è lanciato all’attacco parlando dello sconto a rischio sulla restituzione delle tasse sospese durante il sisma del 2009 e di un’Europa «lontana» dai cittadini. A freddo insiste spiegando che «il governo non dovrebbe essere supino come sta facendo, ma andare avanti e cancellare dalla legge comunitaria l’indicazione della restituzione senza lo sconto del 60%, a costo di avere una procedura di infrazione. Quella misura non alterava la concorrenza, semmai la riequilibra». Bordate in vista dell’ormai prossima, prima visita della presidente della Camera, Laura Boldrini. «All’Aquila stanno ricominciando le passerelle, se portano 10 miliardi va bene ma se portano 0 euro no», sbotta Chiodi, che ricorda di avere «disertato l’ultima», ossia la visita del ministro alla Coesione territoriale Carlo Trigilia.
Intanto anche il sindaco, Massimo Cialente, è rimasto insoddisfatto dalla missione in Belgio. «Mi sembra che la risposta non sia stata centrata rispetto alle nostre riflessioni. Si è parlato molto del Fondo di solidarietà, del progetto Case, cose che riteniamo abbondantemente superate. Non si è risposto, invece, alle nostre obiezioni». L’asso nella manica di Cialente, al momento, è un embrione pure questo da coltivare per non far morire le speranze: la proposta, ambiziosa, visionaria, inedita, eppure tecnicamente realizzabile, se ci sarà la volontà politica, dell’economista statunitense Warren Mosler, presentata già al ministero dell’Economia, che ha cominciato a digerirla piano piano. «Un pool di banche italiane fanno un mutuo al Comune dell’Aquila, per esempio di 5 miliardi per 40 anni, prendendo i soldi dalla Banca europea degli investimenti. Il problema è la garanzia: scatta l’Europa per la quale se qualcuno parla di garanzie allora è un debito pubblico. Mosler allora suggerisce un credito di imposta delle imprese che ricostruiscono, io penso più alle stesse banche. Ne parlerò con il premier Enrico Letta».