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Data: 29/06/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Letta strappa 1,5 miliardi all’Europa. I fondi andranno a favore dell’occupazione giovanile. «Ora le imprese non hanno più alibi per assumere»

BRUXELLES E' andata come doveva. Anzi, forse anche meglio. Il punto centrale che il Consiglio europeo si era posto, il sostegno concreto all'occupazione giovanile, è stato raggiunto, nonostante gli ostacoli posti da David Cameron, il premier britannico. L'accordo è arrivato nella notte di ieri, ed è stato «un risultato importante, per l'Italia e per l'Europa», ha spiegato il presidente del Consiglio Enrico Letta. «Abbiamo quasi triplicato i soldi che spetteranno all’Italia nel complesso dall’Ue. Si tratta di quasi un miliardo e mezzo di euro». Il problema posto da Cameron era l'assoluta garanzia che “l'assegno britannico”, il rimborso di cui Londra gode sui contributi europei, non fosse minimamente intaccato. E' stato complicato riuscirci, ma si è potuta sistemare la questione e il Bilancio dell'Ue per i prossimi sette anni è stato approvato, per ora solo a livello politico, da tutti, dopo l'accordo raggiunto con il Parlamento. Così si è permesso il varo del piano per i giovani, che era il punto numero uno di questo Consiglio europeo. Da febbraio lo si era deciso e poi il progetto ha preso corpo fino ad arrivare alla sua forma (quasi) definitiva. Nei prossimi due anni, 2014 e 2015 le Regioni con più del 25% di disoccupazione giovanile potranno spartirsi sei miliardi per progetti finalizzati al sostegno al lavoro. «All'Italia, in questo periodo toccherà circa un miliardo», ha spiegato Letta, chiarendo in cosa si concretizza questo risultato che è davvero “importante”, in quanto fino a ieri mattina per l'Italia c'erano solo 500 milioni. Ma non è finita qui, nel periodo successivo, dal 2016 al 2020 «ci saranno altri tre miliardi», ha detto un ottimista Letta, «e altri 500 milioni per noi». Questa cosa è un po' meno certa. Secondo il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy si tratta di «circa due miliardi», che non sono assicurati ma che si possono trovare nelle pieghe del bilancio. Letta ha però sottolineato che «la somma dell'intervento nazionale italiano e dei fondi europei fa un pacchetto di interventi con una massa critica significativa. Ora sta alle imprese, non hanno alibi per fare assunzioni, naturalmente a tempo indeterminato», ha sottolineato. Questi soldi non saranno «un assegno in bianco», ha spiegato il presidente della Commissione José Manuel Barroso, e saranno erogati solo a fronte di progetti approvati da Bruxelles. E qui per l'Italia, iniziano i problemi. Il premier sa che non sarà così facile avere i soldi perché manca la “filiera”. Le Regioni spesso hanno burocrazie lente e complesse, in Italia non esiste una rete di agenzie per l'impiego attraverso le quali realizzare un piano così “di massa”. Oltre alle imprese anche lo Stato deve fare la sua parte. Nelle conclusioni del Consiglio si insiste a lungo sul fatto che «a livello nazionale, ove si colloca la maggio parte delle competenze in materia di occupazione, gli Stati dovrebbero portare avanti le loro riforme». Però il premier è contento perché, «in questo Consiglio abbiamo fatto qualcosa che gli italiani capiscono. Il lavoro è ciò di cui volevamo parlare ai cittadini – ha insistito – e non solo all'eurocrazia». Ieri sul tavolo c'erano altre due questioni importanti. L'Unione bancaria, per la quale si è in ritardo e, dice Letta, «il rischio di non riuscire a fare tutto entro quest’anno c’è». Infine il tema Banca europea per gli investimenti: «Vorremmo fosse il braccio per l’economia reale, vogliamo faccia di più», insiste Letta.


Il piano Lavoro o apprendistato, così verranno impiegati i fondi

BRUXELLES Fino a 9 miliardi di euro da destinare all'Iniziativa Giovani per finanziare la lotta contro la disoccupazione giovanile. E' questo il risultato più evidente del Vertice europeo che si è concluso ieri nella capitale europea. Secondo alcuni, come il presidente dell'Europarlamento Martin Schulz, è «una goccia nell'Oceano» di fronte all'emergenza sociale di milioni di disoccupati in Europa. Secondo altri, come il presidente del Consiglio Enrico Letta, rappresenta un «salto di qualità in termini di impegni e soldi» che darà un contributo per uscire dalla crisi. L'accordo raggiunto dai 27 leader prevede di stanziare 6 miliardi nel 2014 e 2015. Altri 2-3 miliardi – a seconda delle stime – di fondi europei non spesi in altri settori dovrebbero essere dirottati a favore dell'Iniziativa Giovani nel periodo successivo. Letta ha annunciato che l'allocazione complessiva per l'Italia dovrebbe ammontare a 1,5 miliardi, di cui 1 miliardo nel primo biennio e 500 milioni nel 2016 e 2017. La Francia beneficerà di circa 600 milioni. Ma alcuni paesi, in particolare Grecia e Spagna, sperano di vedere arrivare sul loro territorio la maggior dei finanziamenti.
L'Iniziativa Giovani è destinata alle regioni europee con una disoccupazione giovanile superiore al 25%. Su 28 paesi – la Croazia entrerà nell'Ue dal 1° luglio – 20 di loro avranno accesso ai fondi. Quelli più colpiti dalla crisi sono interamente coperti. In Francia, una decina di regioni saranno coinvolte. In Italia sono esclusi solo il Veneto, la Valle d'Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano. Tutte le altre superano la soglia del 25% di giovani con meno di 25 anni senza lavoro. I 9 miliardi complessivi serviranno principalmente a finanziare un altro programma: la «Garanzia Giovani» che prevede di offrire un'occupazione, un apprendistato o una formazione entro 4 mesi dalla fine degli studi o dalla perdita del lavoro. Le conclusioni del Vertice impongo ai governi nazionali di presentare un piano per l'attuazione della «Garanzia Giovani» entro la fine dell'anno. Per l'Italia significa una profonda ristrutturazione delle Agenzie per l'Impiego, cui spetterà il compito di offrire un posto di lavoro o altre esperienze formative. Letta ha riconosciuto che ci sono «dei grandi problemi. Farà parte del secondo pacchetto sul lavoro» perché, se le Agenzie per l'Impiego «non funzionano, non funziona nemmeno la Garanzia Giovani».
I NUMERI
Le risorse dell'Iniziativa Giovani non sono le uniche fonti di finanziamento europeo per lottare contro la disoccupazione giovanile. Il bilancio Ue 2014-2020 prevede una settantina di miliardi per il Fondo Sociale Europeo, che in questi anni è stato usato per finanziare piani per il lavoro e programmi di formazione. Il Vertice ha adottato altre iniziative per favorire l'occupazione. I fondi strutturali non spesi potrebbero essere riprogrammati a favore dei giovani. Verranno lanciati nuovi sforzi per la mobilità e gli apprendistati di alta qualità, promuovendo al contempo lo scambio delle pratiche migliori. Il 3 luglio a Berlino, la cancelliera Merkel ha invitato gli altri leader Ue per un summit tematico in cui confrontare le migliori politiche per l'occupazione. Per rilanciare la competitività, il Vertice ha chiesto ai governi di «spostare la tassazione dal lavoro, anche riducendo i contributi sociali». Ma la responsabilità maggiore sul fronte occupazionale non è dell'UE: «Spetta agli Stati membri».

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