ROMA Qualche giorno fa a Fiumicino, città di circa 70 mila abitanti, si è insediata la nuova amministrazione comunale. Prima decisione: via l’auto blu del sindaco. E così una lussuosa berlina tedesca da 50 mila euro (ma che se ne fa un sindaco di una media città di un’auto per lunghi viaggi?) ha preso la via del concessionario alleggerendo un po’ la pressione sulle casse comunali. L’esempio di Fiumicino è purtroppo un caso ancora troppo raro. Già, perché l’ultima indagine periodica del Formez, l’ente che da alcuni anni controlla tutte le auto pubbliche, targa per targa, certifica che ormai l’auto blu è uno status symbol che resiste fra i sindaci e, soprattutto, fra i politici del Sud.
Qualche numero? In Sicilia non c’è un ministero eppure si registrano ben 763 auto blu, l’11,3% del totale di tutte le vetture di rappresentanza italiane. Le pubbliche amministrazioni locali del resto possiedono tutt’ora ben il 92,1% delle vetture pubbliche, a fronte del 7,9% detenuto dalle amministrazioni centrali. Il 42,5% va ai Comuni, il 30,4% alle Asl e aziende ospedaliere, mentre il 4,2% alla Pubblica amministrazione centrale (ministeri, enti previdenziali, enti costituzionali).
IL PRIVILEGIO
La cifra più scandalosa è quella che arriva dal Mezzogiorno. In Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Molise la media delle auto blu (cioè quelle di rappresentanza spesso dotate di autista) è pari a oltre il 25% del totale delle auto pubbliche contro una media nazionale dell’11%. Un dato che ha fatto andare su tutte le furie il ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia: «Chi gestisce le amministrazioni pubbliche del Sud deve darsi una regolata - ha detto il ministro - con l’aria che tira sprechi e privilegi sono semplicemente inammissibili».
Va detto comunque che non tutte le notizie sono negative. I dati raccolti a fine maggio evidenziano - rispetto al primo gennaio 2013 - un calo del 6,3% delle auto blu e una sforbiciata del 4,7% fra tutte le vetture pubbliche. Le ”blu” sono 6.723 e quelle di servizio 50.163 per un totale di 56.886 pezzi (a gennaio erano 57.818). «Si tratta di una riduzione consistente - spiega Carlo Flamment, presidente del Formez - ma è importante non abbassare la guardia. Il fatto che il governo ci abbia chiesto un monitoraggio ancora più stringente dimostra che la lotta alle auto blu come status symbol non è ancora vinta».
IL CASO SICILIA
Per quanto concerne i numeri assoluti vale la pena sottolineare quelli delle amministrazioni locali del Sud «la Sicilia, nonostante una sensibile riduzione dal 2012, è al primo posto con 763 auto blu, seguono la Campania 547, seguono la Lombardia 544 e la Puglia con 482», si legge nel rapporto Formez.
Nei primi 5 mesi dell'anno 2013, le nuove acquisizioni sono state 236, di cui 57 per auto blu; le dismissioni sono state 2.933, di cui 479 di vetture di rappresentanza. Sul fronte delle nuove acquisizioni, solo il 41,9% è avvenuto attraverso un acquisto in proprietà: infatti, 134 unità sono state acquisite in leasing/noleggio e 3 in comodato. Il 90,3% delle nuove acquisizioni delle auto è inferiore ai 1.600 cc. Delle acquisizioni di auto blu, infine, 50 riguardano la pubblica amministrazione locale e 7 quella centrale.