L’impugnazione della finanziaria regionale da parte del governo fa saltare l’erogazione dei fondi a sostegno degli operatori portuali (non pescatori), previsti nella misura di 300 mila euro. Secondo il governo, per la copertura di quella spesa la Regione ha attinto a fondi per circa due milioni e mezzo che erano vincolati al risarcimento della causa vinta da 75 dirigenti dell’ente (Ria, retribuzione di anzianità). Tra l’altro, il dirottamento di quelle risorse era stato a vantaggio non solo degli operatori portuali, ma anche del Ciapi e di un altro istituto (Cuti). Soldi che questa impugnazione del governo blocca ovvero restituisce alla loro destinazione originale: per gli operatori commerciali del porto si tratta di una befa clamorosa.
«Siamo stati al nostro posto senza mai alzare i toni, nella speranza che le promesse fossero mantenute. Prendiamo atto di essere stati ancora una volta traditi perché con l’impugnazione del governo alla finanziaria, e in particolare all’articolo 19 che ci assegnava quei soldi a parziale indennizzo della paralisi del porto, non saremo ripagati delle sofferenze e dei sacrifici che hanno messo in ginocchio il nostro settore a Pescara» ha commentato Carlo Antonelli a nome degli operatori commerciali del porto. «Va considerato che il bando per assegnare questi fondi è già uscito e scaduto, quindi le aziende che avevano presentato la documentazione si aspettavano da qui a qualche settimana i risarcimenti che non arriveranno».
Tra l’altro il governo ha impugnato anche la legge regionale sul dragaggio con la quale che la Regione si assegnava la competenza - che invece è dello Stato - nell’autorizzare sversamenti in mare dei fanghi fino a 25mila metri cubi. Legge duramente contestata dal Wwf.
Proprio ieri in Prefettura si è tenuta una riunione tecnico-politica per fare il punto sul dragaggio del porto e sugli indennizzi e la cassa integrazione per la marineria. Con il prefetto D’Antuono a fare gli onori di casa, hanno partecipato i parlamentari abruzzesi Giovanni Legnini, Vittoria D’Incecco e Federica Chiavaroli; il presidente della Provincia Guerino Testa, il sindaco Luigi Mascia con l’assessore Antonio D’Intino, l’assessore regionale Mauro Febbo e il comandante della Direzione marittima Luciano Pozzolano.
Il provveditore alle opere pubbliche, Donato Carlea, supportato da Destro Bisol, dirigente del Ministero alle Infrastrutture, ha assicurato che «per la fine di luglio il dragaggio sarà completato per i 200 mila metri cubi previsti e sfruttando il ribasso della gara d’appalto potremo fare anche di più». E ha aggiunto: «Siamo qui per far sì che, superata l’emergenza (che già adesso non c’è più), si possa programmare il ritorno alla piena attività del porto, con il ripristino dei collegamenti marittimi con la Croazia». Su questo tema Antonelli rialza il tiro e la voce: «Ad oggi la draga ha lavorato nel solo porto canale per consentire ai pescherecci di riprendere il mare. Il problema da affrontare adesso - ha aggiunto l’esponente degli operatori portuali - riguarda la darsena commerciale, nella quale non si è scavato. Chiediamo il ripristino dei fondali a sei metri e mezzo per permettere l’accesso in porto a navi turistiche e commerciali. Se così non sarà, il dragaggio non sarà servito a nulla e porteremo le carte alla Corte dei Conti».