ROMA Stop all’aumento Iva fino ad ottobre e agevolazioni per i nuovi assunti al via da ieri con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale dopo la firma del capo dello Stato. Entrano in vigore però anche l’aumento degli acconti e la super-tassa sulle e-cig. Resta da sbrogliare l’intricato nodo delle coperture proprio per evitare di mettere mano agli anticipi fiscali, misura non proprio popolare. Il governo si è impegnato a trovare risorse alternative e già la prossima settimana sono previsti incontri sul tema. Ieri, intanto, il premier Enrico Letta e il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni si sono incontrati a palazzo Chigi per fare il punto sui risultati del vertice europeo di Bruxelles. Il problema è sempre lo stesso: i soldi. E proprio sulle ipotesi che fioriscono intorno alla caccia ai fondi arriva una nuova smentita dal Tesoro: sono «prive di fondamento» le ipotesi di un prelievo sui conti correnti e i depositi bancari. Ipotesi non di strettissima attualità ma rimbalzata più volte tra quotidiani e siti internet. Come del resto quella di un prelievo su pensioni e stipendi d’oro della quale ha parlato anche il sottosegretario al Welfare, Carlo Dell’Aringa. Insomma reperire nuove risorse non sarà certo un compito facile ma già Saccomanni avanza delle ipotesi e indica un obiettivo: «Vogliamo rilanciare l’economia riducendo le tasse su lavoro e imprese. Non possiamo farlo aumentando il debito, quindi dobbiamo ridurre le spese». Saccomanni pensa alle spese correnti: «Molto è stato fatto con la revisione della spesa iniziata con Tommaso Padoa Schioppa», mentre «lo scorso governo si è concentrato sull’analisi e la valutazione della spesa ma ha avuto una battuta d’arresto con la crisi politica e la fine della legislatura». Ora, prosegue, «riconvocheremo il comitato interministeriale per il controllo della spesa e avremo un commissario straordinario. Porteremo avanti il lavoro di Monti ma esamineremo l’intera strategia e le procedure operative». E rilancia «ad esempio i costi standard sono stati già applicati sulla spesa sanitaria ma non quella delle Regioni a statuto speciale. Serve un intervento». E l’aumento degli acconti? Secondo Saccomanni può essere considerato un prestito «soft» dei contribuenti. Sulla parte del decreto che riguarda i neo-assunti prosegue intanto il botta e risposta tra governo e imprenditori. Il viceministro all’Economia Stefano Fassina sprona le imprese: dopo i risultati del vertice europeo sul costo del lavoro, il governo si aspetta «che il provvedimento abbia un impatto reale e possa aiutare tanti lavoratori, disoccupati e soprattutto giovani, a trovare lavoro e, naturalmente, le aziende sono protagoniste di questa fase».