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Data: 30/06/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Iva, parte la caccia a nuove coperture: nel mirino accise e giochi

ROMA Si ritorna al via: dopo aver assicurato in extremis il rinvio di tre mesi del previsto aumento dell’Iva, il governo deve rimettersi a lavorare per portare la nuova scadenza di ottobre almeno a fine anno, ma contemporaneamente anche per trovare una copertura finanziaria alternativa all’indigesto aumento degli acconti delle imposte dirette. E ancora una volta si impone la distinzione tra interventi di medio-lungo periodo, strutturali ma non in grado di assicurare risorse immediate, e misure di cassa che garantiscano in particolare il rispetto degli obiettivi di deficit per quest’anno.
La prossima settimana l’esecutivo potrebbe comunque iniziare ad affrontare la questione. Il primo obiettivo è proprio esplorare la possibilità di una soluzione diversa rispetto a quella individuata nel decreto legge, per assicurare il gettito necessario allo spostamento dell’aumento Iva. La manovra sugli acconti autunnali porta al 100 quello sull’Irpef e al 101 quello sull’Ires pagato dalle società, mentre il conto più salato è per le banche che vedono salire al 110 per cento di quanto versato l’anno precedente la misura del versamento relativo a interessi e redditi da capitali.
Sul fronte delle entrate le ipotesi sono sempre le stesse: accise su alcolici e sigarette o anche eventualmente sui carburanti, più qualche intervento nel settore dei giochi. Dunque novità potenzialmente poco gradevoli, anche se il loro incremento almeno in teoria potrebbe essere temporaneo. Ieri Resta da vedere se arriveranno proposte diverse dal Parlamento. Al ministero dell’Economia si continua a guardare con estrema cautela all’idea accarezzata da alcune forze politiche di fare affidamento sulle maggiori entrate Iva che potrebbero derivare dallo sblocco dei pagamenti dell Pa. L’emissione delle fatture non dà garanzie di produrre un gettito consistente, intanto perché la tempistica dei pagamenti è incerta, poi perché le relative aliquote sono spesso più basse del 21 per cento. E non è detto che le aziende poi versino: potrebbero usare le somme per compensare crediti di imposta. Dunque questa non è una copertura in grado di blindare il rispetto del vincolo del 3 per cento.Allo stesso tempo sono escluse soluzioni di emergenza, come il prelievo forzoso dai conti correnti, che ieri il Tesoro ha nuovamente smentito .
TIMIDI SEGNALI DALLE ENTRATE
Un aiuto potrebbe invece venire da un parziale miglioramento della situazione economica: c’è qualche piccolo segnale positivo dall’andamento delle entrate, che nelle prossime settimane potrebbe essere valutato meglio.
Sul fronte della spesa, il governo ha confermato l’intenzione di riprendere il percorso della revisione avviata nella scorsa primavera: sarà riconvocato il comitato interministeriale istituito la scorsa primavera, che dovrebbe essere allargato ad un maggior numero di ministri. E sarà nominato anche un nuovo commissario, ruolo che era stato ricoperto da Enrico Bondi. Anche per le aree di intervento, non sarà buttato il lavoro già fatto: tra le direttrici di marcia ci sono sicuramente il riordino di Province, prefetture e degli uffici territoriali del governo e l’estensione del criterio dei costi standard.

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