La Corte Costituzionale dichiara illegittimo l'art. 19 dello Statuto dei lavoratori, nella parte che consente la Rsa solo ai sindacati firmatari del contratto dell'unità produttiva. La Fiom aveva fatto ricorso. Landini: Costituzione rientra in fabbrica
La Consulta ha dichiarato illegittimo l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, nella parte che consente la rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) ai soli sindacati firmatari del contratto applicato nell'unità produttiva. E' quanto si apprende da fonti di agenzia. La decisione è stata adottata dopo il ricorso della Fiom contro la Fiat, proprio per l'esclusione dalla Rsa.
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La Corte Costituzionale, si legge in una nota "ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 19, 1 c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (cosiddetto 'Statuto dei lavoratori') nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale aziendale sia costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non firmatarie di contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali rappresentanti dei lavoratori dell'azienda".
La questione di legittimità costituzionale è stata sollevata e rimessa dai giudici dei tribunali di Torino, Modena, Vercelli, a seguito dei ricorsi presentati dai metalmeccanici della Cgil, esclusi dalle Rsa per non aver firmato il contratto della Fiat. Il sindacato di categoria - inoltre - aveva sollevato un contrasto con gli articoli 2, 3 e 39 della Costituzione, ovvero sulla lesione del principio solidaristico, violazione del principio di uguaglianza e del principio di libertà sindacale.
Il contratto Fiat, partito dallo stabilimento di Pomigliano e poi esteso a tutto il Gruppo, prevede che non esistano più le Rsu (le Rappresentanze sindacali unitarie, che vengono elette dai lavoratori), ma solo le Rsa (Rappresentanze sindacali aziendali, che vengono nominate) che possono essere costituite, sulla base di quanto previsto appunto dallo Statuto dei lavoratori del 1970 (articolo 19), dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto. Di fatto, quindi, i sindacati che non firmano il contratto restano fuori dalla rappresentanza in fabbrica. Ed è questo il punto su cui si è espressa oggi la Corte Costituzionale.
"La Costituzione rientra in fabbrica. E' una vittoria di tutti i lavoratori. Non ci sono piu' alibi: il governo convochi immediatamente un tavolo con la Fiat e tutte le organizzazioni sindacali per garantire l'occupazione e un futuro industriale. E' ora che il Parlamento approvi una legge sulla rappresentanza". Queste le prime parole, affidate al sito del sindacato, del segretario della Fiom, Maurizio Landini. La Consulta ha quindi accolto l'appello della Fiom.
“Una sentenza di grande rilevanza e valore per le relazioni industriali e sindacali nel Paese”. Così la Cgil commenta in una nota la decisione della Corte Costituzionale che "ripristina le condizioni affinché i sindacati rappresentativi dei lavoratori e delle lavoratrici possano far valere il loro diritto alla contrattazione e alla presenza nei luoghi di lavoro con propri delegati e delegate”. “Una condizione questa - prosegue la nota - che è alla base della democrazia sindacale, elemento indispensabile per poter esercitare le libertà di scelta dei propri rappresentanti e per poter tutelare al meglio le condizioni normative ed economiche del lavoro. Ci sono ora, tutti i presupposti per ripristinare corrette relazioni industriali in tutti i comparti e in tutti i luoghi di lavoro”.
Inoltre, aggiunge la nota, “Vengono altresì rafforzati i principi e le regole stabiliti nel recente accordo firmato da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria in materia di democrazia e rappresentanza, che deve trovare analoghe intese con tutte le associazioni imprenditoriali”. “La Cgil - conclude la nota del sindacato di Corso d’Italia - è certa che l'insieme di queste norme, unitariamente sottoscritte, permetteranno di superare le divisioni determinatesi in questi anni; in questo modo si potranno tutelare al meglio le condizioni di lavoro, la democrazia e la libera scelta delle rappresentanze sindacali unitarie da parte dei lavoratori e delle lavoratrici”.