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Data: 04/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Election day Chiodi e Piccone da Alfano. I fulmini del Pd

PESCARA Una battuta di Gianni Chiodi: «Occorre contenere al massimo i costi e favorire la partecipazione al voto», svela in qualche modo le intenzioni dell'incontro di ieri con il vice premier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano. Il Pdl spinge per l'election day: regionali, amministrative ed europee accorpate in primavera inoltrata, tra maggio e giugno. Ipotesi che richiederebbe un apposito Decreto del Governo e che non piace affatto alle opposizioni, ad iniziare dal Pd, che ieri ha avuto molto da ridire sullo strano incontro del governatore Gianni Chiodi con il segretario del suo partito, nonché titolare del dicastero demandato a fissare la data delle elezioni. Anche perché all'incontro con Alfano c'erano anche il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano e il coordinatore regionale del Pdl, Filippo Piccone. Il primo a gridare allo scandalo è il segretario regionale del Pd, Silvio Paolucci: «Chiodi e Pagano spieghino come sia possibile confondere in modo così plateale il ruolo delle istituzioni pubbliche con gli interessi di partito».
In realtà di ufficiale non c'è ancora nulla. Nell'incontro con il ministro dell'Interno sarebbero state solo ipotizzate alcune date per le regionali: il 17 novembre, dunque un mese prima della scadenza naturale della legislatura. Nel 2008, per i noti fatti di Sanitopoli, si votò in una data insolita: il 15 dicembre, anche se la proclamazione dei consiglieri avvenne il 9 e l'insediamento il 27. Così gennaio 2014 è un'altra data appuntata da Alfano, assieme a quella di metà marzo. L'altra ipotesi fatta, come si diceva, è quella di portare gli elettori abruzzesi all'election day quasi a ridosso dell'estate. Anche se il Pd ha già detto che questo creerebbe un precedente assoluto in Italia, perché si tratterebbe di prorogare la legislatura regionale di altri sei mesi. Dal Pdl arrivano però solo conferme sulle possibili date concordate con Alfano, al quale spetta adesso l'ultima parola. Intanto Paolucci lancia un altro affondo: «Troppe opacità, troppe cose non dette da Chiodi. Ma gli abruzzesi hanno bisogno di chiarezza sulla data del voto, da discutere con i sindaci, i consiglieri, gli amministratori e non nel chiuso delle stanze».

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