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Pescara, 16/05/2025
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Data: 05/07/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Province salve: Chieti e Teramo esultano. Sì alla riforma, no agli accorpamenti Di Stefano: i soloni facciano il mea culpa

PESCARA I presidenti «aboliti» esultano per la sentenza della Corte costituzionale che risuscita le Province. «Non si possono cancellare enti elettivi per decreto, un Governo non può rimandare a casa gli eletti dal popolo. Sono proprio le scorciatoie a generare costi impropri e caos amministrativo», commenta Valter Catarra, presidente della Provincia di Teramo, salvatasi dall’accorpamento con L’Aquila previsto dalla riforma ora bocciata dalla Consulta. «Questi due anni di caos ci potevano essere risparmiati - prosegue Catarra -: alle Province sono state sottratte risorse per investimenti e servizi, con effetti devastanti sul sistema impresa e sul welfare». A Catarra fa eco il presidente della Provincia di Chieti, che grazie al pronunciamento della Corte Costituzionale potrà sottrarsi all’abbraccio mortale di Pescara. «Era impensabile modificare l’assetto istituzionale con un decreto legge, che è un atto con cui si fronteggiano casi straordinari di necessità e urgenza - spiega Enrico Di Giuseppantonio, che ricopre anche la carica di vice presidente dell’Unione delle Province d’Italia -. Le riforme si fanno in Parlamento, ripartendo dall’esame del Codice delle autonomie locali, per ridisegnare la struttura degli enti territoriali puntando all’efficienza e alla rappresentatività sul territorio. Ora bisogna voltare pagina. Noi siamo pronti a discutere con serenità per attuare riforme serie». Molto soddisfatto è anche il senatore del Pdl Fabrizio Di Stefano, che rivolge il pensiero ai «tanti soloni» che nella scorsa legislatura criticarono la sua opposizione al taglio delle Province: «Dicevano che la mia era una posizione di retroguardia - ricorda Di Stefano - priva di ogni legittimità. Oggi questi soloni dovrebbero fare pubblicamente il mea culpa». Il destino delle Province appare comunque segnato perché il Governo Letta intende presentare a breve una nuova proposta di abolizione. «Se cancellazione dovrà esserci, sia fatta con criteri di assoluta parità tra tutte le Province italiane, nel pieno rispetto dei territori, delle storie e delle popolazioni», afferma il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi. Concetto ribadito dall’associazione «Teramo Nostra»: «Se le Province vanno riformate per tagliare la spesa pubblica, allora siano abolite tutte, evitando dannosi e scellerati accorpamenti che tanto caos hanno generato in tutto il Paese. E nello stesso tempo si accorpino i ministeri e si riducano drasticamente i costosi apparati burocratici dello Stato con il taglio dei tanti dirigenti che costano da soli come un intero Consiglio provinciale».

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