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Pescara, 16/05/2025
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Data: 05/07/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Abolizione Province Oggi il governo vara un ddl costituzionale. Letta: «Manteniamo gli impegni». Protesta il presidente Upi «L’esecutivo vuole le prime pagine. E il taglio dei deputati?»

ROMA Lo stop della Consulta al decreto che prevede l’abolizione delle Province non ferma il governo, che oggi porterà in Consiglio dei ministri un disegno di legge costituzionale per abolirle. La decisione è stata annunciata ieri mattina al termine del vertice di maggioranza dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini. Il governo, insomma, non cambia programma. E il premier Enrico Letta assicura che non ci saranno sorprese: «Noi manterremo gli impegni». Contro l’abolizione delle Province, sempre promessa da tutti i partiti ma mai realizzata, e che secondo la Consulta non poteva essere ritenuta tanto impellente da giustificare un decreto, si schierano la Lega, l’Upi (Unione delle Province Italiane) e i 15 presidenti di Provincia del Pd che, con una nota, si dicono «amareggiati dal modo in cui il partito sta reagendo alla sentenza della Consulta». Il più arrabbiato è il presidente dell’Upi, Antonio Saitta: «L’annuncio di un disegno di legge costituzionale solo sulle Province è gravissimo, una risposta rabbiosa contro un giudizio tecnico della Corte che non ha salvato le Province ma ha dichiarato incostituzionali norme che lo erano palesemente e a detta di tutti» si sfoga il leader dell’Upi, che si chiede quando saranno eliminati gli sprechi causati dal sovrapporsi delle competenze tra Stato e Regioni e poi si lancia a testa bassa contro le politiche portate avanti dall’esecutivo delle larghe intese. «Il governo torna a proporre l’ennesimo provvedimento buono solo per conquistarsi le pagine dei giornali. E il dimezzamento dei parlamentari quando si farà?» si chiede Saitta. Riserve sulla decisione del governo, che in sostanza ha annullato quanto previsto dal decreto Salva-Italia di Mario Monti e dal decreto della spending review della scorsa legislatura, arrivano anche dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti («Sulle Province c’è un grave pasticcio. Ora il governo faccia chiarezza altrimenti si blocca tutto»), e dal governatore della Lombardia, Roberto Maroni, che dà ragione alla Consulta: «Le Province sono un organo costituzionale e non possono essere cancellate con un decreto legge. E’ stata giustamente bocciata l’ignoranza costituzionale di chi l’ha fatto». Un giudizio più che negativo arriva anche dall presidente delle Acli, Gianni Bottalico, che definisce «inconsistenti» le motivazioni economiche addotte dai fautori della campagna contro le Province («La loro abolizione comporterebbe maggiori costi»). Cgil, Cisl e Uil, si preoccupano invece della fine che faranno i lavoratori delle Province e chiedono al governo la messa a punto di un nuovo disegno organizzativo e istituzionale che investa anche Regioni e Comuni. A dare rassicurazioni sul fatto che il governo non abbandonerà i lavoratori delle Province è anche il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello: «L’abrogazione delle Province non deve essere uno slogan né un punto di arrivo ma un punto di partenza. Non si tratta di cancellare con il bianchetto un Ente ma di riorganizzare i livelli dello Stato e dire ai cittadini chi fa cosa».Sulla questione interviene anche Fabrizio Cicchitto che l’abolizione di «tutte» le Province e una «forte riduzione» delle aziende regionali e comunali.

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