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Data: 05/07/2013
Testata giornalistica: Il Sole 24 ore.com
L'Fmi: per l'Italia ripresa nel tardo 2013, mantenere l'Imu sulla prima casa. Saccomanni: ne terremo conto

La ripresa economica in Italia dovrebbe iniziare «a tardo 2013», secondo il Fondo monetario internazionale, sostenuta dalle esportazioni e da una inversione sul ciclo degli investimenti. Tuttavia, nel documento diffuso al termine della missione in Italia - rapporto sull'Italia ex articolo IV pubblicato oggi - il Fmi avverte che i rischi su queste prospettive restano orientati al ribasso. L'Italia registrerà nel 2013 un Pil negativo pari a -1,8%, mentre tornerà a crescere dello 0,7% nel 2014.

L'istituzione di Washington, soprattutto, si schiera contro la cancellazione dell'Imu sulla prima casa. «La tassa sulla proprietà sulla prima casa dovrebbe essere mantenuta per ragioni di equità ed efficienza e la revisione dei valori catastali accelerata per assicurare l'equità». Certamente - ha detto il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni nella conferenza stampa indetta dopo la pubblicazione del report - «terremo conto dell'opinione del Fondo Monetario Internazionale sul tema Imu che, per altro, era nota ex ante e l'obiettivo è di trovare il consenso all'interno della coalizione. Stiamo lavorando su questa linea». Sul parere negativo dell'Fmi relativo a un intervento sull'Imu si è espresso il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: «Penso che sull'Imu ci sia la possibilità di intervenire, non ho sentito negatività particolari - ha affermato il leader degli industriali -, credo che in termini economici sia più difficile l'intervento sull'Iva».
documenti

Il report del Fmi sull'Italia

Il ministro Saccomanni ha commentato le indicazioni del Fmi relative alla ripresa economica italiana «tra fine 2013 e inizio 2014». «L'Fmi ha riconosciuto i progressi dell'Italia su conti pubblici e misure anticrisi - ha detto Saccomanni -. Ha riconosciuto che il sistema ha retto bene all'impatto della crisi ed è stato in grado di fronteggiare le sfide che rimangono di fronte». Rimane il nodo lavoro: la disoccupazione, osservano i tecnici del Fondo monetario internazionale, è a livelli inaccettabili. L'Italia - è il messaggio - deve adottare un nuovo contratto di lavoro, unico e più flessibile, per i nuovi assunti.

Accelerare le riforme per rilancio di crescita e occupazione
La crescita passa soprattutto dalle riforme. «Accelerare il passo delle riforme - si sottolinea nel report del Fmi - sarà essenziale per rilanciare la crescita e creare posti di lavoro». «Le difficili riforme erano necessarie - spiega l'Fmi - per ripristinare la fiducia e allontanare l'Italia dall'orlo del precipizio».

Tagliate le stime sulla crescita del Pil nel 2013, alzate quelle per il 2014
L'Fmi ha tagliato dal -1,5% al -1,8% le stime sul Pil italiano del 2013. Ha invece alzato quelle per il 2014 dal +0,5% al +0,7%. «La ripresa è attesa a fine 2013, sostenuta dall'export e da una modesto miglioramento degli investimenti», si legge nell'Article IV sull'Italia.

Per l'Italia segnali di stabilizzazione ma forti venti contrari
Gli esperti del Fmi segnalano che l'economia italiana sta mostrando «segnali di stabilizzazione ma rimangono forti venti contrari a frenare la ripresa. La fiducia delle imprese e delle famiglie é risalita ma non ha ancora avuto un effetto positivo sull'andamento delle attività e sull'impiego. E se le pressioni sul debito sovrano e il passo del consolidamento fiscale quest'anno si sono attenuati, le condizioni finanziarie rimangono difficili tenendo a freno le spese private».

Le prospettive di crescita rimangono deboli
Secondo il Fondo, le autorità «dalla fine del 2011 hanno adottato misure coraggiose per rafforzare le finanze pubbliche e trasformare l'economia» e queste riforme erano «necessarie per ristorare la fiducia e allontanare l'Italia dall'orlo del baratro». Le prospettive di crescita tuttavia «rimangono deboli, la disoccupazione é su livelli inaccettabili e la fiducia dei mercati é ancora fragile, a indicare come il compito sia ben lungi dall'essere terminato».

Anche l'Europa deve fare la sua parte
Il nuovo governo - si legge ancora nel report - ha adottato misure per rafforzare i successi già ottenuti nell'affrontare i problemi strutturali dell'Italia e ora «sarà essenziale accelerare il passo delle riforme per ridare slancio alla crescita e creare posti di lavoro». Anche l'Europa, sottolinea il Fondo, dovrà svolgere il proprio compito con azioni volte a risolvere la frammentazione dei mercati e rafforzare ulteriormente l'Unione monetaria.

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