L’AQUILA «La ricostruzione dell’Aquila è un dovere morale e politico per tutti, non solo per il Pd». Così ha esordito, in un’affollata conferenza stampa, il segretario nazionale del Partito democratico, Guglielmo Epifani, all’Aquila per garantire «l’incondizionato sostegno alla richiesta di fondi per la ricostruzione e per il rilancio delle attività produttive». Accolto dalla senatrice Stefania Pezzopane, dal sindaco Massimo Cialente e dai vertici provinciali e regionali del Pd (tra loro anche l’ex sindaco di Pescara LucianoD’Alfonso), Epifani ha additato il governo Berlusconi come l’unico responsabile delle difficoltà in cui oggi L’Aquila è costretta a barcamenarsi. «Siamo arrivati a questo punto perchè nel 2009, il governo non volle fare ciò che era stato sempre fatto in presenza di un terremoto. Bisognava assicurare le risorse attraverso una tassa di scopo e ridare, così, speranza agli aquilani colpiti da una tragedia pesantissima. Ciò non è avvenuto ed è chiaro che questo primo stanziamento di risorse (1 miliardo e 200 milioni) non può bastare. Il governo dovrà indicare le strade da percorrere per trovare i fondi necessari per la ricostruzione». Quindi l’attacco all’Europa, accusata «di aver assunto un comportamento assurdo e fortemente penalizzante nei confronti dell’Aquila». Un’Europa «matrigna», secondo Cialente e Pezzopane, «il fronte su cui spostare la battaglia per il reperimento dei fondi» ha tuonato Epifani. «A Bruxelles devono capire che i soldi per la ricostruzione e le misure per la ripresa delle aziende del cratere non sono aiuti di Stato, ma aiuti a un territorio che ha subito una catastrofe. Le imprese aquilane non potevano fare concorrenza sleale, visto che avevano perso tutto e che ancora oggi stentano a riprendere la loro attività. È una situazione assurda e per questo il nostro governo deve andare con urgenza a a Bruxelles, altrimenti l’Europa verrà vista (come sta già accadendo altrove) come una prigione dalla quale fuggire. Sono orgoglioso del lavoro che state facendo» ha aggiunto Epifani, ricordando la sua visita all’Aquila, appena due giorni dopo il terremoto, quando era ancora segretario della Cgil, «perché siete quelli rimasti in trincea a combattere per un futuro migliore. E preferirei evitare che il sindaco finisca a dormire in una cella», ha chiuso rivolto a Cialente che poco prima, dopo aver lanciato strali all’indirizzo dell’Ue, del ministro Trigilia e dei burocrati del ministero, si era spinto a minacciato il ricorso ad iniziative eclatanti di protesta. Epifani, accompagnato da Cialente e dall’ex parlamentare Giovanni Lolli, ha poi incontrato, negli enormi capannoni vuoti dell’ex Finmek, un gruppo di lavoratori in mobilità, ormai allo stremo. Un luogo dove l’ultima speranza di rinascita si chiama Accord Phoenix, una società londinese che ha manifestato l’intenzione di insediarsi nello stabilimento.