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Data: 07/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Imu, due ipotesi allo studio: condono prima rata o abolizione. Ultimatum Pdl «Va cancellata»

ROMA Due ipotesi, una sola certezza: la tassazione sulla prima casa non sarà come l’Imu che conosciamo oggi. Cambierà la platea e forse anche il nome. In attesa di una decisione politica, sul tavolo del premier Letta sono arrivati i due piani - tra di loro alternativi - elaborati dai tecnici. Si va da un’ipotesi minima che introduce maxisconti, esentando di fatto l’80% dei contribuenti, all’ipotesi massima con l’abolizione totale del tributo e una diversa tassazione a partire dal 2014. Ovviamente cambiano molto i conti: la prima ipotesi costerebbe 2,5 miliardi di euro; per la seconda occorre trovarne quattro. La scelta non dipenderà solo dalla matematica o dalla capacità del governo di reperire le coperture certe, ma anche dalle strategia di politica economica che si intende portare avanti. Perché è evidente che, in una situazione di scarsità di fondi, seppure si dovessero trovare le risorse occorrenti, utilizzarle tutte per cancellare l’imposta sulla prima casa significa sacrificare l’avvio di una riduzione generalizzata del costo del lavoro.
PRIMA RATA ADDIO

In ogni caso la prima rata, quella di giugno che finora il governo aveva sospeso fino al 16 settembre, dovrebbe ormai essere scongiurata del tutto. Anche l’ipotesi minima, infatti, ne prevede la cancellazione definitiva: chi è stato esentato per effetto del rinvio a settembre, non dovrà più versarla. Rimane il problema del saldo. La stragrande maggioranza dei contribuenti non dovrà preoccuparsi nemmeno di quello. Anche l’ipotesi minima sul tavolo del governo, infatti, prevede che l’80% dei contribuenti non pagherà più l’Imu sulla prima casa. Tecnicamente l’imposta non scompare, ma viene introdotta una franchigia di 600 euro che di fatto renderà esente una fetta di contribuenti pari a circa l’80%. Il restante 20% potrà usufruire comunque di un saldo ”alleggerito” quasi totalmente della prima rata. Naturalmente da questo discorso sono escluse tutte le categorie di immobili (A/1, A/8 e A/9, ovvero castelli, case di lusso, ecc) che già a giugno hanno dovuto pagare. La seconda ipotesi - costo 4 miliardi - è più vicina alle richieste del Pdl. Niente Imu prima casa per tutto il 2013 e riformulazione del tributo a partire dal 2014. A cominciare dal nome: si chiamerà Tax service e incorporerà anche la Tares. Più che legata alla proprietà, sarà una tassa agganciata ai servizi. Anche in questo caso ci sarà una fascia di cittadini esenti: a fare da discriminatore (chi pagherà e chi no) sarà il riccometro, ovvero i nuovi parametri Isee.

Ultimatum Pdl «Va cancellata»

ROMA Il Pdl non molla e il braccio di ferro è ancora il pieno svolgimento sul nodo della cancellazione dell’Imu. «Solo con una terapia d’urto di questo tipo si può finalmente invertire la rotta», è la parola d’ordine del capogruppo Renato Brunetta, pronto a dare battaglia, a suon di numeri, sulla necessità di cancellare la tassa. Mentre il presidente della commissione Esteri di Montecitorio, Fabrizio Cicchitto snocciola gli ultimi «dati odierni sul calo dei consumi e sul livello elevatissimo di pressione fiscale» per dimostrare ancora una volta che «c’è un problema di domanda e che in questo contesto va affrontato e risolto il problema dell’Imu». I falchi del Pdl, per tenere alta la bandiera, non rinunciano poi ad andare all’attacco del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, che per cancellare del tutto l’Imu dovrebbe trovare una copertura di circa 4 miliardi. Il ministro, affonda Maurizio Gasparri, è «assolutamente inadeguato al ruolo, il governo deve affrontare sfide difficili, che vanno sostenute con lealtà, e proprio per questo dico che ci vuole un ministro dell'Economia, non una figura grigia e inadeguata».
STRADA STRETTA

Ma, se per Letta Saccomanni non si tocca, il premier lavora per cercare una mediazione dentro la maggioranza, anche in vista del vertice di maggioranza (forse quello decisivo) di mercoledì a Palazzo Chigi. Tra le proposte, per esempio, quella avanzata ieri dal viceministro Stefano Fassina: cancellare l’Imu «solo sulle abitazioni di valore basso o medio», così da consentire, con i 2 miliardi provenienti dalle prime abitazioni di livello alto, di recuperare fondi da usare per evitare l’aumento dell’Iva. Da parte, sua, invece, il ministro Flavio Zanonato sostiene che «bisogna riorganizzare queste imposte e non semplicemente eliminarle». Perchè sul tavolo «ci sono 4 miliardi da trovare».
D’altra parte, «in tutti i Paesi del mondo esiste una forma d'imposizione legata alla proprietà immobiliare e alla residenzialità», sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanni Legnini. Mentre la poposta di Francesco Laforgia è di «rimodulare» la tassa «e applicarla solo ai ceti più abbienti. Tutte ipotesi queste, ma soluzione è ancora lontana, anche perchè manca proprio l’accordo dei partiti. E allora «basta a remare contro, troppi vogliono creare ostacoli al governo», è l’altolà di Pier Ferdinando Casini: «Letta si è impegnato e la soluzione si troverà», sostiene il leader dell’Udc. In sostegno all'esecutivo si schiera poi con chiarezza anche il segretario Pd Guglielmo Epifani: «Non ci sono alternative a questo governo, va sostenuto e incoraggiato nello sforzo». Un avviso, quello del leader Pd, rivolto ai critici dentro e fuori il Pd nel giorno in cui Brunetta sferra l'attacco ai presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Pietro Grasso, accusati «di vanificare così il cammino difficile ma produttivo che la grande coalizione di Letta e Alfano sta intraprendendo». «Fa bene il Premier Letta a insistere sul punto della necessità di riformare l'Imu e non di abolirla», dice da parte sua Bruno Tabacci, leader del Centro Democratico, ma «senza una vera lotta all’evasione avremo sempre un bilancio pubblico in apnea».

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