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Pescara, 16/05/2025
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Data: 07/07/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Fisco, settimana decisiva per Imu e Iva. Brunetta attacca Boldrini e Grasso: lavorano per gli estremisti

Palazzo Chigi: ridurre di 2 punti la pressione fiscale.

ROMA Il governo attende di affrontare con una certa apprensione il cosiddetto ingorgo fiscale. Vale a dire l’avanzata di quel mostro rappresentato da Imu, aumenti di Iva, Tares e dei ticket dal primo gennaio e già previsti dalla legislazione. Per questo la fibrillazione è massima e l’esecutivo sta cercando le soluzioni rimettendo anzitutto ordine nelle cifre. Perché il problema è la copertura e la ricerca di risorse. Dopo che il premier Enrico Letta, in Parlamento, ha assunto l’impegno di rivedere l’Imu e di cambiarla (cosa ben diversa da quanto chiedono Alfano e Brunetta di un’abolizione pura e semplice), anche il sottosegretario Legnini ammette il profilarsi minaccioso di questo ingorgo. «Non è semplice ma dobbiamo assolutamente farcela. Se vogliamo fare un intervento significativo per l’economia dobbiamo ridurre di almeno due punti la pressione fiscale. Due punti di Pil vogliono dire circa 33 miliardi di euro, una cifra imponente da cercare nel processo in atto di risparmio di spesa, di revisione degli incentivi e delle agevolazioni, e di riforma profonda dell’assetto del Paese». L’ipotesi prevalente dalle parti del Pd e del premier è che l’Imu debba restare, come tassa legata alla proprietà immobiliare, sgravando però le famiglie con redditi medio bassi e insistendo maggiormente sui patrimoni più consistenti. Stefano Fassina, viceministro dell’Economia, non considera infatti «Imu e Iva priorità per questa stagione estiva» mentre bisogna guardare a questioni «drammatiche» come il calo dei consumi alimentari certificati dall’Istat. Ma Fassina chiede al Pd maggiore impegno per «provare a segnare con maggiore determinazione la rotta» del governo, per ora segnato dalla filosofia lettiana dei «piccoli passi». I falchi Pdl mettono intanto nel mirino il ministro Saccomanni definito da gasparri «figura grigia e non adeguata». Per Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, quelle di Fassina sono parole «in libertà», perché l’Imu deve essere eliminata. Per l’esponente berlusconiano sarà la scintilla «per far ripartire da subito la domanda, i consumi e con essi il settore edilizio, il mercato immobiliare e tutto l’indotto anche con riferimento agli affitti». Tutto solo eliminando l’Imu perché si libererebbero 4 miliardi «che le famiglie potranno spendere». Ma ieri Brunetta ha accantonato per un po’ la questione Imu per dedicarsi ai presidenti di Camera e Senato, Boldrini e Grasso accusandoli di essere «totalmente dissonanti rispetto al sentimento di una larghissima maggioranza, non solo del Parlamento ma dell’intero Paese». Per Brunetta la seconda e la terza carica dello Stato «lavorano per disegni organici a minoranze estremiste». Grasso aveva ipotizzato una nuova maggioranza senza il Pdl mentre Boldrini aveva incontrato la Fiom e polemizzato con Marchionne. Quelle di Brunetta, interviene il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza «sono parole in libertà e del tutto ingiustificate». Gli italiani sono «orgogliosi di Boldrini e Grasso» afferma Nichi vendola, leader di Sel. Fai solo «forzature polemiche» gli replica invece il portavoce di Laura Boldrini.

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