Se qualche zelante seguace dell'ad Marchione avesse letto la nota della Presidente della Camera Boldrini, si sarebbe reso conto che non vi è nessun intento provocatorio nella impossibilità di visitare la Sevel nella data indicata in quanto c'è già un importante appuntamento istituzionale al massimo livello. Ma piuttosto era l'invito di Marchionne ad essere una provocazione in quanto annunciato contemporaneamente a un incontro che si svolgeva a Roma, alla Camera dei deputati, tra la Presidente e la Fiom CGIL al termine di una manifestazione dei lavoratori metalmeccanici che chiedevano investimenti negli stabilimenti italiani della FIAT e la fine della discriminazione anticostituzionale (la Corte costituzionale ha dato ragione al ricorso della FIOM CGIL alcuni giorni fa) nei confronti del sindacato più rappresentativo dei lavoratori della fiat, praticamente estromesso dalla rappresentanza sindacale. Che alla Sevel di Atessa si facciano investimenti non può che farci piacere, ma certamente non dimentichiamo che contemporaneamente la Fiat di Marchionne ha chiuso gli stabilimenti di Termini Imerrese e di Avellino, ha drasticamente ridotto le produzioni e l'occupazione a Torino, Cassino, Melfi, Sulmona, Termoli. Marchionne ha trasferito il cervello della Fiat negli Stati Uniti, delocalizza le produzioni dove paga salari di 350 euro al mese come in Serbia, non ha nessun rispetto per la storia italiana di questo grande gruppo industriale (e del resto Fiat vuol dire fabbrica italia automobili Torino, ma a Torino è rimasto ben poco). La Fiat ha spremuto le casse dello Stato italiano da sempre, dal fascismo sino ai governi della Repubblica, in perfetta continuità da Mussolini a De Gasperi, da Craxi a Prodi, da Berlusconi a oggi. Rientra nella leggenda il "regalo" alla Fiat del glorioso marchio Alfa Romeo, a cui è seguito la chiusura dello stabilimento di Arese in Lombardia. Quanto alla Sevel, è venuta alla fine degli anni 70 in Abruzzo grazie agli effetti combinati delle lotte sindacali per gli investimenti nel Sud e del sostegno della Cassa per il Mezzogiorno dei Governi Dc, Psi, Psdi, Pri che seguivano una linea keynesiana di forte sostegno pubblico alla economia industriale con benefici effetti sulla occupazione. Ricordo ancora le tante assemblee sindacali fatte in Val di Sangro e i tanti accordi siglati tra Sevel e OO SS, senza nessuna discriminazione nei confronti della Fiom Cvil o di altri sindacati. Nessuno sottovaluti il fatto che la Sevel è quello che è grazie sopratutto ai sacrifici del lavoro di migliaia di operai abruzzesi. La Sevel è frutto di un accordo tra Fiat e Peugeot Citroen e ci auguriamo che cresca ulteriormente arrivando a produrre 300 mila furgoni l'anno. Daremo naturalmente a livello istituzionale tutto il nostro apporto costruttivo perché l'occupazione cresca e la Sevel sia la più grande fabbrica abruzzese.
(*)deputato SEL