PESCARA «Io preferirei votare a novembre, ma non per stupidaggini , semplicemente perché abbiamo i consensi. Non so se è possibile, lo vediamo con il ministro degli Interni». E’ il presidente della giunta regionale Gianni Chiodi a tornare sul nodo della data delle elezioni in Abruzzo. Lo ha fatto nel corso di un’intervista al Tg regionale di Rai3, ripetendo in sostanza quanto aveva già detto nei mesi scorsi al Centro e smentendo il capogruppo in consiglio regionale del suo partito , il Pdl, Lanfranco Venturoni. Quest’ultimo aveva infatti definito “un’invenzione giornalistica” la data di novembre nel corso di una brusca nota di risposta a un articolo del Centro sulle elezioni. Nell’articolo si riportava la volontà espressa dal Pdl di votare a primavera, grazie a una proroga, dopo la scadenza naturale del mandato di giunta e consiglieri regionali. Venturoni aveva forse dimenticato il parere del governatore Chiodi. Nella successiva replica a Venturoni, lo stesso direttore del Centro, Mauro Tedeschini, lo aveva sfidato a smentirlo sull’ipotesi di novembre. Ma perché il Pdl preferisce votare a primavera? Perché, il bel tempo, come ha scritto Venturoni, favorisce l’affluenza (tantopiù se ci fosse l’election day con le altre elezioni ) e perché, proprio grazie all’election day, si risparmierebbe. Chiodi ieri è andato per le spicciole e ha detto di non guardare a «dissidi» e «stupidaggini». Preferirebbe votare a novembre non perché è brutto tempo, o per fare il bilancio, semplicemente perché è sicuro di vincere. «Se Chiodi davvero vuole votare a fine anno, concordi subito la data con il presidente del consiglio regionale, Nazario Pagano, e con il presidente della Corte d'Appello», interviene dall’Aquila la senatrice del Pd Stefania Pezzopane che chiede che si dia inizio formalmente alla campagna elettorale, «anche se Chiodi in realtà», fa notare, «ha già iniziato da mesi, promuovendo, con risorse pubbliche, eventi e manifestazioni e pubblicando mega manifesti, con impresso il suo nome a caratteri cubitali. «Trovo grave e perverso che si possa solo pensare di arrivare a metà 2014», sostiene la Pezzopane, «non c'è nessuna ragione plausibile e l'improvviso desiderio di risparmiare risorse, facendo l'election day è solo uno specchietto per le allodole. Con questa logica avremmo potuto spostare le elezioni amministrative in tanti Comuni, per farle coincidere con la data delle regionali e così via. Peccato che Costituzione e leggi assegnino tempi di legislatura ben precisi, che non possono essere subordinati ai capricci dei governanti».