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Data: 07/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
La crisi e i suoi effetti. Sulle famiglie un macigno di debiti da 500 miliardi

ROMA Le famiglie italiane si indebitano sempre di più. Dall’inizio dalla crisi economica ad oggi lo stock di debiti è cresciuto di ben 134 miliardi di euro, il 36,5% in più rispetto al 2007. In termini assoluti abbiamo superato i 500 miliardi di euro. Lo rivela un’indagine dell’Ufficio studi della Cgia, l’associazione degli artigiani di Mestre. Con un fardello del genere sulle spalle c’è poco da meravigliarsi, quindi, se i consumi continuano a calare, se anche i saldi non sfondano, se aumentano le persone che fanno la spesa ai discount e non vanno in vacanza.
La punta massima registrata in questi ultimi anni, comunque, è stata raggiunta alla fine del 2011, con 506,2 miliardi di euro. Il che significa che nel 2012 c’è stato un calo dell’indebitamento complessivo delle famiglie. Ma la situazione resta evidentemente critica. Tra l’altro, secondo Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia, la riduzione dello stock di debito non è da ascriversi ad un miglioramento delle condizioni economiche, che ancora non c’è stato, ma anzi a un peggioramento delle aspettative. «Ho l’impressione che nell’ultimo anno molte famiglie abbiano deciso di saldare i propri creditori a scapito dei risparmi e dei consumi. L’insicurezza legata alla crisi economica, al timore di una impennata dei tassi di interesse e alla paura di perdere il posto di lavoro ha indotto moltissime persone a concentrare le proprie entrate e una parte consistente dei risparmi al pagamento dei debiti» sottolinea Bortolussi.
PIÙ PRESTITI AL NORD

In media ogni famiglia ha un debito molto vicino ai ventimila euro (19.387). A livello territoriale risultano più indebitate le famiglie residenti nel Nord e nelle province più ricche quelle del Sud. D’altronde lo studio analizza i prestiti ufficiali erogati dal sistema bancario come i mutui per l’acquisto o la ristrutturazione di una abitazione, o i crediti al consumo per l’acquisto di autoveicoli e in generale di beni mobili. E data la scarsa propensione delle banche in questo momento a fare prestiti a soggetti non sufficientemente garantiti, è ovvio che le cifre maggiori sono date nelle zone che stanno meglio e che hanno quindi maggiori probabilità di restituire i soldi ottenuti. In questo contesto le province più esposte con il sistema bancario sono quelle lombarde: al primo posto troviamo Lodi, con un dato medio per famiglia pari a 27.831 euro, seguono Monza-Brianza, con 27.628 euro, Milano, con 27.407 euro e Varese, con 25.968 euro. Sul fronte opposto troviamo Vibo Valentia con 9.094 euro, Enna con 8.551 euro e l’Ogliastra, con 8.408 euro.
IL PERICOLO USURA

Resta fuori dall’indagine - anche a livello di stima - il canale dell’usura. Avverte la Cgia: «Non dimentichiamo che in Italia esiste un ampio mercato del prestito informale che non transita per i canali ufficiali. Vista la forte contrazione degli impieghi bancari avvenuta in questi ultimi anni, non è da escludere che questo fenomeno sia in espansione, con il pericolo che la piaga dell’usura si diffonda a macchia d’olio». Ma anche se rimaniamo ai canali ufficiali la situazione rischia di diventare esplosiva. Dice Bortolussi: «La maggiore incidenza del debito sul reddito la riscontriamo nelle famiglie economicamente più deboli: è chiaro che con il progressivo aumento della disoccupazione e la conseguente riduzione del reddito disponibile questa situazione è destinata a peggiorare».

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