I falchi: è inadeguato, ora deve lasciare la guida dell’Economia. Per Franceschini «chi è contro di lui, è contro tutto il governo»
ROMA Al vertice di mercoledì a Palazzo Chigi con i capogruppo di Camera e Senato e il vice premier Franceschini (Letta potrebbe dare forfait) Fabrizio Saccomanni si presenterà con un corposo dossier. Non solo per rispondere alle critiche del Pdl, che anche ieri ha chiesto la testa del ministro dell’Economia, ma per dimostrare numeri alla mano quanto sia in salita la strada per rimodulare l’Imu, evitare l’aumento dell’Iva e magari trovare le risorse anche per tagliare il cuneo fiscale. Margini di manovra molto stretti in considerazione dei vincoli di bilancio da rispettare. E non certo - dicono al Tesoro - per mancanza di volontà politica ad impegnarsi su questo fronte, anche in maniera creativa rispetto al passato. Del resto il ministro anche ieri ha dovuto subire in silenzio l’attacco dei falchi del Pdl. Con Maurizio Gasparri che ne ha chiesto esplicitamente la sostituzione: «all'Economia serve una guida adeguata, non un esponente di seconda fila di apparati burocratici intenti solo all’autodifesa. Serve una figura autorevole». Parole durissime che erano state precedute nei giorni scorsi dalle accuse di immobilismo di Renato Brunetta. Tant’è che in serata proprio da Palazzo Chigi è partita una telefonata del premier per ribadire la fiducia al ministro e rafforzare l’asse già solido tra i due esponenti di governo. Lui, Saccomanni, non ci pensa affatto a dimettersi. Sa bene che gli attacchi del Pdl sono solo tattici e che all’interno del partito di Berlusconi sono in molti a condividerne le preoccupazioni. In serata è Franceschini a difenderlo: «chi lo attacca, attacca tutto il governo». Per il ministro fare tutto e subito, come chiede il Pdl, imporrebbe infatti tagli dolorosi alla spesa, cioè al settore pubblico oltre che un probabile ritocco delle accise. Al vertice ribadirà il concetto e presenterà varie soluzioni tecniche per le coperture.
CONFRONTO APERTO
Nella cabina di regia si cercherà di trovare una mediazione. Serve una soluzione «dinamica della spesa pubblica», ha ribadito Fabrizio Cicchitto, che preme comunque per una accelerazione. Tutte le proposte del Pdl, così come quelle del Pd, saranno oggetto di una discussione approfondita. Di certo il Tesoro ribadirà che i tempi sono stretti per trovare coperture sicure e che quindi i voli pindarici (leggi vendita rapida del patrimonio pubblico) sono pericolosi. Poi il tecnico Saccomanni passerà la mano. L’ultima parola - ha spiegato ai suoi collaboratori - la dirà la politica, la maggioranza, che dovrà assumersi le proprie responsabilità in maniera collegiale.