ROMA La stangata sui villini non ci sarà. Allo studio sull’Imu «c’è una pluralità di soluzioni», spiega una nota di Palazzo Chigi, che saranno affrontate da governo e maggioranza. L’esecutivo nel pomeriggio di ieri, mette così fine al rincorrersi di reazioni polemiche a proposito di un’indiscrezione pubblicata da Repubblica: la possibilità di far pagare l’Imu solo a coloro la cui imposta sia superiore ai 600 euro, che coinvolgerebbe anche i contribuenti proprietari di villette a schiera. Ma la precisazione arriva nel giorno in cui il Pdl continua la sua campagna «ad personam» contro il ministro dell’Economia Saccomanni, duramente attaccato da Gasparri e Cicchitto che ne hanno chiesto la rimozione. In questo clima di guerra interna, l’Imu somiglia sempre più a una bandiera da sventolare. Lo scontro, infatti, sembra prescindere dalla questione centrale, vale a dire la ricerca della copertura, non ancora definita. Il Pdl insiste per la cancellazione pura e semplice. Letta e il Pd puntano invece a una rimodulazione. Queste sono le due ipotesi sul terreno, come conferma il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, per assicurare che «l’edilizia per così dire popolare non verrà penalizzata». Si fa fatica comunque a sollevare i pesanti tendaggi che coprono le proposte di rimodulazione. Il presidente della commissione Bilancio della Camera, il democratico Francesco Boccia, da una parte conferma che l’Imu «non ci sarà più, è una tassa sbagliata» dall’altra risponde al pressing del Pdl chiedendo «proposte e confronto in Parlamento». I tempi però stringono, anche per l’approssimarsi del cosiddetto ingorgo fiscale (Imu, Iva, ticket, Tarsu): il governo d’intesa con la maggioranza che lo sostiene (Pd-Pdl-Sc) vuole risolvere il contenzioso entro ferragosto. «Parallelamente - precisa Baretta - con la delega fiscale che prevede la riforma del catasto». Le ipotesi sull’Imu sono numerose - in alternativa all’abolizione - e prevederebbero la cancellazione dell’acconto di giugno (per ora rinviato al 31 agosto) e l’ allargamento della platea dei contribuenti fino all’80% del totale, aumentando la franchigia a 600 euro per l’abitazione principale. L’altro punto è l’inserimento della riforma dell’Imu all’interno della cosiddetta Service tax, la tassa sui servizi che comprende immobili, rifiuti, servizi municipali. In questo contesto l’Imu tornerebbe, sia per quanto riguarda la gestione che per gli incassi, ai Comuni. Ieri è stato anche il giorno del rinnovato attacco al ministro dell’Economia da parte di vari esponenti del Pdl. Fabrizio Cicchitto parla di una «zona grigia nel ministero che gioca al peggio». La conclusione, spiega più chiaramente Maurizio Gasparri è che «serve un nuovo ministro ell’Economia perché con Saccomanni non si va da nessuna parte». Il Pd si erge a difesa del ministro contestato dai «falchi» del partito alleato: «Chi attacca Saccomanni attacca tutto il governo» ammonisce il ministro dario Franceschini. Anche il portavoce dei montiani di Scelta Civica, Benedetto Della Vedova si schiera: «Attaccare senza mezze misure il ministro dell’Economia Saccomanni come ha fatto Gasparri, significa attaccare l’esecutivo, punto e basta». Più netto il viceministro Fassina: gli attacchi a Saccomanni «vengono da un partito che quando è stato al governo l’ultima volta ha impegnato l’Italia, unico caso in Europa, al pareggio di bilancio nel 2013». Il segretario dell’Idv, Ignazio Messina coglie lo spunto per parlare di «indegno balletto sull’Imu e completa paralisi dell’esecutivo».