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Data: 09/07/2013
Testata giornalistica: La Repubblica
Tper, vertice ad alta tensione. Errani, Merola e Draghetti decidono oggi su bus e treni ai privati. La Cgil: è il fallimento della politica

Il pressing della Regione per vendere il 51% dell'azienda dei trasporti non convince Comune e Provincia.

VERTICE oggi alle 9 in viale Aldo Moro tra Regione, Provincia e Comune sulla privatizzazione di Tper chiesta dall'assessore Alfredo Peri. Una scelta che irrita Palazzo Malvezzi. Perplesso Merola che parlerà solo dopo aver vistoi piani di Errani. Dura la Cgil: «Questo è il fallimento della politica». A PAGINA III CRESCE la tensione in vista del vertice di oggi tra Regione, Comune e Provincia sul futuro di Tper. Alle 9, ai piani alti di viale Aldo Moro, i principali soci del colosso dei trasporti parleranno del futuro dell'azienda e, soprattutto, della sua privatizzazione, auspicata dall'assessore Alfredo Peri. Il sindaco Virginio Merola parlerà solo dopo aver visto le carte mentre a Palazzo Malvezzi si alternano perplessità e irritazione, visto che i suoi vertici non sono stati coinvolti nella decisione. La Cgil invece attacca: «Questa operazione rappresenta il fallimento della politica». Nessuno vuole sbilanciarsi prima di sentire "dal vivo" quello che la Regione - socio di maggioranza col 46% delle quote - mette sul piatto. Cioè la vendita del 51% di Tper a un «partner industriale». A opporre resistenza al pressing di Peri, nelle ultime ore, è soprattutto la Provincia, il terzo socio di Tper col 18% delle azioni. Un via libera del Comune alla privatizzazione (Palazzo d'Accursio ha il 30% delle quote) metterebbe i vertici dell'ente con le spalle al muro. Un elemento che aumenta senza dubbio il nervosismo a Bologna. A Palazzo Malvezzi i malumori non mancano e oggi c'è chi è pronto a battere i pugni sul tavolo. Poco è piaciuta, ad esempio, «l'improvvisa accelerazione di Peri», così come «la posizione ambigua di Palazzo d'Accursio». Per questo c'è attesa di capire la posizione di Merola. Di sicuro, dicono, l'affare della privatizzazione «è un fulmine a ciel sereno, visto che con gli enti locali si stava lavorando per creare un'azienda unica regionale». Pubblica, naturalmente. Intanto dalla Cgil arriva un secco no all'operazione. Alberto Ballotti, segretario della Filt-Cgil Bologna, attacca: «Secondo me questa vicenda è la testimonianza del fallimento della politica in Regione. Qui privatizziamo, mentre gli altri Paesi vengono a fare shopping da noi. Perché? Peri dice che nelle nostre aziende pubbliche ci sono i riciclati della politica. Ma chi ce li mette i riciclati?». Altro capitolo, non meno avvincente: chi si compra Tper? In palio c'è un contratto ventennale da 3,5 miliardi. La rotta dei possibili acquirenti vede in prima fila Trenitalia, già interessata all'Interporto. Sempre per restare in Italia, si è fatto avanti Daniele Passini, numero uno di Saca, una delle più importanti cooperative di trasporto in Emilia- Romagna. Oltralpe c'è la francese Ratp (pubblica e di proprietà del Comune di Parigi), che già aveva manifestato interesse per il People mover. E la Deutsche Bahn, la "Trenitalia" della Merkel. Anche l'inglese Arriva Plc potrebbe farci un pensierino: in Italia non sarebbe nemmeno una new entry, visto che è già presente in Piemonte, Liguria, Friuli e Lombardia. Infine un'ultima ipotesi, più suggestiva che concreta: quella della Ntv di Montezemolo. Non passò inosservato un suo intervento il 19 ottobre 2012, durante le celebrazioni del decennale dell'Hospice Seragnoli: «Vorrei vedere meno investimenti nell'alta velocitàe più sui regionali, dove si viaggia come in carri bestiame» disse, col presidente della Regione Vasco Errani seduto al suo fianco.

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