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Pescara, 18/12/2025
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Data: 09/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
«La Regione dev’essere il luogo del fare» di Luciano D'Alfonso

Riceviamo dall’ex sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso.
La mia antica vocazione a fare il perito agrario mi suggerisce sempre di confrontarmi con la concretezza dei dati, quando bisogna ragionare sul che fare a favore della comunità. Nel 2008 in Abruzzo c’erano 137mila imprese attive, oggi sono 129mila. Nel solo primo trimestre 2013 il saldo tra attività neonate e cessate è di -1.099, e i giovani disoccupati sono 75mila. E non si può dire che non sia stata spesa risorsa pubblica in questi anni, e non poca di provenienza europea. Né si può accampare l’alibi sulla carenza di poteri: dal 2001 le Regioni hanno competenze e prerogative di rango quasi statuale. Ma è necessario che la Regione si accorga di quanto dispone e dia prova di una cultura delle priorità che favorisca la programmazione di lungo periodo.
Non sono un sostenitore dell’economia pianificata, ma per favorire la produzione di ricchezza in un territorio sono necessarie politiche pubbliche che facilitino le imprese e lo sviluppo. È decisiva, ad esempio, la capacità reattiva dei poteri pubblici territoriali nei confronti di un progetto imprenditoriale, insieme alle opportune convenienze fiscali. Occorre far fronte poi ai vincoli che pesano sulle imprese, a partire dalla questione energetica. In Abruzzo centinaia di aziende soffrono la mancanza di forniture energetiche per i loro reali fabbisogni e a costi accessibili. Le nostre aziende pagano, a parità di erogazione, 25 milioni di euro in più rispetto ad altri Paesi europei: un ostacolo all'attrattività del nostro territorio. I siti industriali devono essere ben serviti da infrastrutture di collegamento e potenti reti di connessione a internet. Quando poi un impianto dev’essere dismesso il sito va recuperato e restituito senza intralci burocratici per altre attività produttive.
Non c’è solo una questione di spazi. Conta molto la risorsa sapere. Non può essere più solo uno slogan abusato il rapporto tra sistema universitario, centri di ricerca e industria. Occorre creare le condizioni per una virtuosa reciprocità in questo ambito: senza innovazione e formazione non potrà sorgere la nuova imprenditorialità di cui abbiamo bisogno. Per favorire nuove occasioni di lavoro la Regione deve far incontrare domanda e offerta. A monte di tutto va posta un'armatura bancaria regionale, capace non solo di erogare servizi finanziari e credito al sistema imprenditoriale, ma di intervenire nelle fasi progettuale e realizzativa delle migliori idee imprenditoriali.
In un periodo di carenza di risorse è necessario imparare a usare bene quella chiamata «potere», risorsa eccezionale che per essere usata ha bisogno di idee, idee valide. Oggi c’è pigrizia e mancanza di avvedutezza, chi detiene il potere ai vari livelli territoriali si nasconde dietro procedure lente, protocolli che celano l'irresponsabilità. Superare la paura che nasce da insicurezza e mancanza di fiducia è necessario, ed è possibile se si è disponibili a utilizzare le competenze di cui il territorio dispone. Vorrei per l'Abruzzo il riconoscimento di tre nuovi diritti: alla velocità, alla facilità, alla bellezza. Una Regione al quadrato, con chiare innovazioni statutarie e amministrative, affiancando al principio costituzionale dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge il criterio guida per cui l’istituzione è il luogo in cui si può fare, la norma è una risorsa e non un vincolo. Si può fare, e si deve.
Luciano D’Alfonso

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