SULMONA Sono sul piede di guerra i cittadini sulmonesi che da circa due anni, ormai, sono costretti ad impiegare otre un’ora per raggiungere l’ospedale di Sulmona a causa del dirottamento delle linee. Ed è per questo, che decine e decine di residenti chiedono un intervento immediato al sindaco Peppino Ranalli e all’assessore ai Trasporti Anna Grazia Valdo affinchè si ripristini il vecchio servizio. «È assurdo che tutti i cittadini e soprattutto gli anziani debbano fare il giro della città per poter raggiungere l’ospedale - ha sottolineato Giuliana Ciotti -. Vogliamo che le vecchie corse degli autobus siano ripristinate perchè non possiamo continuare a muoverci in taxi, ogni volta che abbiamo bisogno di spostarci. La maggior parte delle persone che usufruiscono del trasporto urbano sono anziane e sole ed in questo modo si sentono fortemente disagiate. Potremmo vivere in una città tranquilla con un servizio dignitoso, ed invece, siamo costretti a vivere male per colpa di chi, non ha saputo gestire l’intera situazione. Abbiamo capito che i pullman non devono attraversare il centro storico ma sicuramente possono percorrere una linea diretta senza fare attraversare tutta la città. Il caso più emblematico - continua - è quello della linea C che da via papa Giovanni XXIII, arriva alla zona Peep, poi, al carcere e infine l’ospedale. La corsa è di un’ora». Il problema del trasporto cittadino, da anni, provoca seri disagi ai cittadini che, dalle ultime modifiche non sono mai stati contenti. Forse è il caso di rivalutare la situazione e di capire, soprattutto, le esigenze di quanti giornalmente usufruiscono del servizio, anche se, sono rimasti veramente in pochi. Provvedimenti che vanno rivisti anche per introitare le casse comunali che al momento piangono. «Invitiamo la nuova amministrazione a controllare - conclude Ciotti - per capire se quello che affermiamo è la verità. Basterebbe farsi un giro sulle linee attive per valutare i disagi che vengono arrecati alla cittadinanza. Credo, che basti un più di impegno per mettere insieme tutte le esigenze e per non arrecare ulteriori disagi».