Iscriviti OnLine
 

Pescara, 18/12/2025
Visitatore n. 750.307



Data: 10/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Marchionne: «Sevel, il futuro riparte». Omaggio agli abruzzesi «che non si arrendono mai» e attacco all’assenteismo

ATESSA La Valle dei Morti resterà ancora un ricordo lontano, almeno per altri tre anni, probabilmente forse cinque. Nel mondo globalizzato si tratta di un’eternità che la Val di Sangro e le istituzioni abruzzesi devono capitalizzare. Il messaggio è tutto nella parte finale del discorso di Sergio Marchionne che, a un certo punto, scaricate le pietre e le spine delle questioni nazionali parla da abruzzese ma lo fa con una terzietà impeccabile distribuendo bastone e carota. Si parte da livelli di assenteismo e comportamenti anormali che, nonostante tutti i riconoscimenti e gli incensi piovuti su Sevel, «mi risultano essere - puntualizza l’ad del Lingotto - non in linea con le aspettative condivise. Tradiscono valori di responsabilità e fiducia che sono il collante di ogni comunità». Marchionne sventola il modello di Pomigliano sotto le centinaia di dipendenti presenti fisicamente al discorso e stimola tutti: «Non c’è nessuna ragione perchè non possa succedere anche qui in Sevel».
Il punto due è diretto ai vertici istituzionali regionali, di ieri e di oggi, tutti insieme, tutti quelli che non hanno saputo costruire un porto vero e un progetto stradale al passo con i tempi e le esigenze del polo. Non poteva mancare il capitolo-infrastrutture, una piaga tristemente nota che a tutt’oggi non ha spiegazioni. «Un’attività industriale come la nostra - continua Marchionne - ha necessità di avvalersi di infrastrutture adeguate. Mi unisco pertanto a quella che mi risulta essere l’opinione comune per auspicare un veloce superamento dei vincoli che purtroppo ancora persistono».
E qui inizia la parte ancor più profonda in cui Marchionne recupera le sue radici. Un passaggio fortemente voluto, dicono in Fiat, perchè il manager conosce bene il posto e ci crede da morire. «Siamo qui per scrivere un nuovo capitolo nella storia di Sevel. Anche questa terra - che è la mia terra - è una dimostrazione che c’è speranza per quello che ha dimostrato di saper fare, anche e soprattutto nei momenti più duri». Marchionne punta sulla tenacia dell’abruzzese: «Quella caparbia fiducia nel futuro che mio padre mi ha lasciato in eredità è qualcosa di radicato nella gente di qua. Non ho mai visto un abruzzese arrendersi. Non l’ho mai visto aspettare che arrivasse un salvatore da chissà dove a regalargli un domani migliore». Punta sulla capacità di rialzarsi degli abruzzesi e la prende dalla storia: «E’ successo dopo la guerra. Con determinazione hanno trasformato una regione che era allora tra le più povere in una delle più fiorenti del Paese. Ed è successo dopo il terremoto. Avete reagito con forza e grande dignità, prendendo in mano il vostro destino e tornando a costruire il futuro». Finiscono così le diciotto pagine di intervento del manager del Lingotto.
CHIODI E LEGNINI
Poco dopo il governatore Chiodi parlerà di grande soddisfazione: «700 milioni di investimenti nella nostra terra ci dicono che, dopo le linee produttive di De Cecco, in questa regione si può investire e si possono fare progetti». Chiodi ha parlato di 120 milioni pronti per la Fondovalle Sangro (opera ferma da decenni) e un progetto per il completamento. Anche per il sottosegretario Legnini si tratta di una giornata storica: «Un bellissimo momento e anche l’apertura rivolta a Fiom è un bel segnale. Io stesso nell’incontro preliminare al discorso ho invitato Marchionne all’inclusione di Fiom».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it