ROMA Il dossier preparato da Maurizio Saccomanni, ministro dell’Economia, era indirizzato ad un obiettivo chiaro: «Realizzare soluzioni ampiamente condivise da tutta la maggioranza», come lui stesso ha detto ieri mattina all’assemblea dell’Abi. Dopo gli ultimi avvenimenti e l’annullamento della riunione di maggioranza, l’obiettivo rimane invariato. Ma considerato che, in attesa della riunione programmata per il 18 luglio sull’Imu, ieri si sarebbe dovuto parlare soprattutto di Iva e di lavoro, nel ventaglio di ipotesi che il Tesoro continua a tenere sotto osservazione c’è sempre più il tema dei risparmi di spesa. Tagli, per essere più espliciti, in sostituzione della copertura individuata dal governo con l’aumento degli acconti Irpef, Ires e di quelli anticipati dalle banche sui depositi dei clienti. Era quello il tema che si sarebbe dovuto discutere con i rappresentanti di Pdl e Pd, i primi critici nei confronti della manovra sugli acconti, i secondi restii a concedere una maggiore flessibilità in entrata per i contratti a termine.
Volendo eliminare la maggiorazione degli acconti (che poi si detraggono al momento di versare i saldi e quindi non aumentano la pressione fiscale), l’alternativa sono i tagli. E qui le strade percorribili sono due: tagli lineari, che però nessuno vuole; oppure tagli immediati su infrastrutture da realizzare o su servizi sociali da ridurre. La coperta è stretta e da qualunque parte la si tiri, rimangono scoperti investimenti o prestazioni. Saccomanni ne ha parlato ieri sera in un vertice-lampo a Palazzo Chigi con il premier Letta.
«Alla maggioranza il compito di decidere su questioni che hanno risvolti politici delicati» fanno intanto osservare alcune fonti coinvolte nella caccia alle coperture. Si tratta di 1 miliardo per i tre mesi di rinvio dell’aumento dell’Iva, più 1 altro miliardo per sterilizzare anche gli ultimi tre mesi dell’anno. Per l’occupazione, il nodo non sono le coperture quanto le implicazioni politiche. Un’ipotesi di lavoro riguarda la possibile deroga per l’Expo 2015, per consentire collaborazioni coordinate e continuative tra il 2013 e il 2015. Ma non è un’ipotesi scontata.
Saccomanni ha ribadito, davanti ai banchieri, che la sua posizione «non si è discostata di un millimetro» dalla linea del dialogo. Su Imu e Iva è «interesse primario dell’economia italiana rimuovere al più presto dal dibattito politico una questione che non può più essere fonte di incertezza e di apprensione per le famiglie, i risparmiatori e gli investitori».