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Data: 11/07/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Grillo: «Italia in macerie tornare subito al voto»

L’incontro con Napolitano insieme a Casaleggio. Piazza interdetta ai giornalisti «La gente vuole prendere i fucili. La nazione sta per saltare, il governo si balocca»

ROMA Cancellare l’incostituzionale porcellum, sciogliere le Camere e tornare al più presto al voto. E nel frattempo andare in tv a reti unificate per spiegare agli italiani qual è la situazione del Paese. Beppe Grillo detta l’agenda politica al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, perché «l’Italia è in macerie e la gente vuole prendere in mano i fucili, noi per ora li fermiamo». Lo fa in un faccia a faccia al Colle lungo due ore, seguito da un’altra ora e mezza di concitata arringa al Senato. «Ho espresso a Napolitano la mia preoccupazione, gli ho detto “Presidente faccia qualcosa perché si è preso una responsabilità immane”», dice il leader M5S raccontando l’incontro al Quirinale in cui era presente, a sorpresa, anche il guru del Movimento, Gianroberto Casaleggio. Poco dopo le 11.30, in anticipo rispetto all’orario, fissato per le 12, Grillo si presenta all’ingresso del palazzo istituzionale a bordo di una Kia bianca con i vetri oscurati, con lui c’è Casaleggio, seguono in un’altra macchina i due capigruppo di Senato e Camera, Nicola Morra e Riccardo Nuti. A debita distanza, confinati dietro le transenne, giornalisti e operatori che per tutta la durata dell’incontro non potranno mettere piede in piazza. Piazza blindata da 25 tra agenti di polizia e carabinieri, più la guardia del Quirinale, più le volanti e un paio di macchine della Digos a costeggiare la zona. Ma è la prassi? «Veramente no – svela un ispettore di polizia chiamato con i suoi uomini a fare ordine pubblico solo la sera prima – è stato Grillo a chiedere che la stampa non potesse accedere alla piazza». Riparati sotto l’unica ombra del sole di mezzodì, uno sparuto gruppo di sostenitori grillini saliti alle pendici del Colle solo per dire «Ciao Beppe, noi siamo qui». A dirla tutta il messaggio solidale non lo potranno consegnare, Beppe sguscerà via nella macchina oscurata alla volta di palazzo Madama per le reprimenda del caso, e loro – gli attivisti – andranno via un po’ delusi lamentandosi della poca partecipazione. Non c’è tempo per i saluti da tsunami tour, una conferenza stampa attende Grillo. «La nazione sta per saltare. E il governo si balocca. È una Caporetto, il Parlamento è esautorato. Il governo fa i decreti legge, il Parlamento approva a comando. Non siamo più una repubblica parlamentare e forse non siamo più una democrazia» dice Grillo, rosso in volto, costretto nel completo grigio con cravatta al collo, come da protocollo. «Ho suggerito a Napolitano di far abrogare la legge elettorale e di tornare alle urne – dice raccontando il colloquio – Mi sono permesso di dire che non si fanno riforme così nei momenti di guerra. Gli ho suggerito di andare in tv a reti unificate a spiegare la situazione del Paese: non c’è più tempo». Grillo si agita, grida e dopo un insolito discorso scritto va a braccio e attacca il governo, i partiti, anche un po’ Napolitano che ha accettato il secondo mandato, e per finire la stampa, che lui proprio «odia». «Chi oggi è al governo del paese – dice - è responsabile dello sfacelo. Sono gli stessi che hanno distrutto l’economia. Il governo delle larghe intese è stato voluto fortemente dal capo dello Stato e tutela solo lo status quo e gli interessi di Silvio Berlusconi». E sull’ex premier torna in campo anche la questione ineleggibilità: «Non dovrebbe mai essere neanche entrato in Parlamento, in un Paese normale. Ma continuiamo a legittimarlo al governo, bisogna fare pulizia». Assente al Senato Casaleggio (che pure Napolitano durante le presentazioni ha chiamato “il guru”), perché spiega Grillo «è un uomo schivo, ma volevo farlo conoscere al presidente perché è il cofondatore del movimento». E dopo aver bollato come “stupida” la domanda del giornalista sul perché il cofondatore non fosse lì, e aver sentenziato che «il debito pubblico ci sta divorando» e che «i 5 Stelle usciranno dal Parlamento se questo non fa nulla, per continuare a lavorare sui problemi delle carceri, dell’Ilva e della Tav», Grillo ha concluso con una ramanzina alla stampa. «Dovreste vergognarvi, perché parte dello sfacelo è colpa vostra. I giornali chiuderanno e voi sarete i primi precari». Amen.

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