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Data: 13/07/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Taxisti di Chieti senza parcheggi Protesta in Regione

CHIETI Tornano a protestare i taxisti di Chieti per la mancata installazione di parcheggi sul piazzale esterno dell’aeroporto D’Abruzzo. E come già annunciato qualche giorno addietro, ieri, dalle 10 alle 14, negli gli uffici del dipartimento Trasporti della Regione Abruzzo di Pescara , in viale Bovio, i tassisti teatini hanno dato luogo ad una «pacifica azione di sensibilizzazione nei confronti delle autorità regionali per non aver ancora prodotto gli atti indispensabili per riconoscere il legittimo diritto di poter svolgere l' attività professionale all'interno dell'aerostazione abruzzese». Una delegazione di operatori é stata ricevuta dalla dottoressa Picardi (dirigente settore trasporti), alla quale é stato ribadito con forza la necessità di addivenire al più presto ad una soluzione. Luigi Colalongo, presidente di Confartigianato Taxi Abruzzo dichiara: «Sono passati ormai 3 anni dall'inizio di questa diatriba e il presidente Chiodi non é riuscito ancora ad emanare il Decreto che risolverebbe una volta per tutte questa situazione di irregolarità. Siamo stufi di aspettare, abbiamo deciso di programmare azioni di protesta diffuse su tutto il territorio regionale, ogni tre giorni, fin tanto che non vedremo riconosciuti i nostri diritti» I taxisti di Chieti si augurano che la Regione Abruzzo possa finalmente essere stimolata a produrre gli atti annunciati ormai da un mese ma dei quali non vi è ancora traccia. Atti che andrebbero a sanare «quella che si configura sempre più come una palese violazione di legge oltre che una profonda ingiustizia in danno esclusivo dei tassisti teatini». Non più di due settimane fa i taxisti teatini avevano messo in campo una manifestazione di protesta all’aeroporto d’Abruzzo. Quattordici auto hanno tentato di richiamare l’attenzione sull’impossibilità di lavorare in un luogo «che non deve e non può essere solo riservato ai coleghi pescaresi».«Il lavoro con la crisi è diminuito tantissimo» protestano «se ci viene tolta anche la possibilità di operare all’aeroporto le nostre famiglie non avranno di che vivere».

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