La Asl inaugura l’ospedale per malati terminali, il governatore taglia il nastro e difende il manager che però non c’è
TERAMO «La massoneria non c'entra con la nomina di Varrassi». L'inaugurazione dell'hospice, la struttura della Asl che da settembre accoglierà i pazienti terminali, offre l'occasione al governatore Gianni Chiodi di togliersi "qualche sassolino dalle scarpe". Il presidente della Regione, in corsa per il secondo mandato, subito dopo il taglio del nastro non si limita al semplice saluto istituzionale ma ne approfitta per "chiarire alcune questioni". Prima fra tutte quella relativa alla designazione di Giustino Varrassi come direttore generale della Asl. Chiodi riprende le parole pronunciate qualche munito prima dal direttore sanitario Camillo Antelli, che ha ricordato come il manager sia un esperto di livello internazionale nella terapia del dolore. «Proprio da questo sono stato influenzato nella scelta», spiega il governatore, «non dalla massoneria». Varrassi, però, non è tra le autorità ad ascoltarlo. L'hospice è anche sopratutto una sua creatura ma lui ne diserta l'inaugurazione. Ha inviato una breve nota per informare l'azienda che non sarà presente "per impegni personali" ma è una motivazione che lascia aperti molti dubbi, vista la portata dell'evento. E' ancora Chiodi a evidenziare il fatto che l'hospice è il simbolo di una sanità virtuosa che smentisce la "litania" sui tagli. «Non è vero che abbiamo tagliato», fa notare, «spendiamo di più e meglio». Il governatore lancia la sfida agli avversari sui conti della sanità dal 2008 a oggi ed esalta scelte strategiche come la creazione della rete oncologica e dell'hospice. «Con questa struttura colmiamo una lacuna a livello regionale», afferma, «nessun malato è incurabile anche se non può guarire e l'attenzione alla fase terminale della vita è frutto di civiltà». In un'ala dell'ex sanatorio attiguo al Mazzini, dunque, da settembre saranno operative dieci stanze destinate ad ospitare altrettanti pazienti e i loro familiari. L'ambiente, creato dall'architetto Alejandro Bozzi, è finalizzato a garantire comfort e un clima familiare. «Le stanze potranno essere arredate dai pazienti», sottolinea Claudio Di Bartolomeo, che assumerà la guida della struttura, «e saranno dotate di un forno a micro onde e di un figrorifero». E' di nuovo Chiodi, però, a sottolineare il ruolo di Di Bartolomeo che è anche consigliere comunale del Pdl. «Si dirà che è stato scelto come responsabile dell'hospice perché è un politico, ma non è vero», sottolinea, «lo conosco da tanto tempo». La struttura, realizzata con il contributo della fondazione Tercas, avrà anche una cucina comune, una stanza con giochi e sarà munita di servizi come un collegamento wifi a internet. «Il bruco è diventato farfalla». E il sindaco Maurizio Brucchi esprime la soddisfazione della città: «l’Hospice è un segno tangibile del miglioramento dei servizi sanitari e recupera una struttura come l'ex sanatorio da tempo in abbandono». Ma Brucchi infine va oltre i convenevoli e sollecita i vertici della Asl a completare il parcheggio multipiano.