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Pescara, 10/10/2024
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Data: 25/07/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Trasporto locale e disservizi - In viaggio sulla linea 38 tra afa e calca. Un cronista sul bus metropolitano, tra sovraffollamento e i pendolari che s’infuriano: «Così perdiamo le coincidenze». Passeggeri accalcati come sardine (guarda la foto in prima pagina )

PESCARA Ore 7.45, piazzale di via Santa Lucia, comune di Collecorvino, vicino a Cappelle, capolinea del 38. L’autobus partito dall’altro capolinea, quello dell’aeroporto, alle 6.50, è in perfetto orario per la partenza delle otto. In piazza, intanto, non c’è nessuno: solo un bimbo con zaino e secchielli, accompagnato dalla mamma, in attesa che uno scuolabus lo porti al mare. Comincia così il viaggio su una delle linee più trafficate del trasporto pubblico metropolitano che, dalla quiete della campagna piano piano s’imbottiglia nel trambusto della città e nell’afa mischiata alla calca. E se gli autisti sono sul piede di guerra per i ritardi, la vetustà dei mezzi pubblici e i disagi del traffico tanto da arrivare a minacciare una serrata dei trasporti, chi, al pari di loro, sale sugli autobus tutti i giorni, nella protesta non è da meno. Con due donne al via che nel frattempo sono arrivate, di cui una deve raggiungere Pescara per lavoro, parte la corsa che taglia in due la quarta e la prima città d’Abruzzo per popolazione: Montesilvano e Pescara. Sull’autobus con i vetri istoriati dall’estro studentesco e le pareti con scritte, si capisce che il primo avversario sarà la temperatura: l’aria condizionata è accesa, ma il portellone superiore è aperto. Alla prima fermata, a Congiunti, sale Marina Verrigni, diretta a Pescara per lavoro, come la stragrande maggioranza dei passeggeri di questo pullman. «È sempre affollato», rimarca subito, mentre il mezzo, nel giro di qualche chilometro (almeno secondo il libretto degli orari estivi, validi dal 16 giugno al 15 settembre), ha già accumulato 4 minuti di ritardo sulla tabella di marcia nel momento in cui transita su Terrarossa, un altro capolinea del 38 da cui partono 12 corse delle 18 giornaliere della tratta. «Uno dei problemi che riscontro su questa linea è che dall’una alle tre e mezza di pomeriggio, la navetta che parte da Terrarossa a santa Lucia non aspetta le coincidenze. Arrivo e mi capita a volte di aspettare anche mezz’ora, per un ritardo di pochi minuti», dice Verrigni. «Poi c’è il fatto che a Pescara spesso arrivo in ritardo: meno male che non lavoro in fabbrica, altrimenti non potrei recuperare nel pomeriggio, come mi permettono di fare dove lavoro». Ma l’esperienza della signora si sofferma anche sul fatto che, a volte, alcune corse come il 3 non passano proprio e che in alcune occasioni non l’hanno fatta salire a causa del sovraffollamento del bus. Lo evidenzia anche Giovanna Battista che, ogni giorno, s’infila da un forno a un altro: «Vado al lavoro in una cucina e qui tra temperatura, odori e affollamento c’è poco da stare allegri. Comunque, mi chiedo anche perché l’autobus che parte alle 22 dall’aeroporto arrivi dopo 40 minuti alla fermata del Comune di Pescara». Il tempo scorre e alla fine della via Vestina una conta sommaria dice che i viaggiatori sono ormai già 30-32: e ancora non si è entrati a Montesilvano. Ma la brutta notizia non è tanto l’assembramento quanto il fatto che l’autobus, immettendosi su corso Umberto, viaggiando verso sud, in una bella giornata di sole come ieri, espone i passeggeri che si sono seduti sul lato sinistro a una buona rosolatura al sole. In una parola, non ci sono tendine parasole e quindi ci si abbronza, quantomeno a metà, fino a quando non si arriverà su corso Vittorio Emanuele, a Pescara, dove solo i palazzoni alti, a tratti, restituiranno un po’ di refrigerio. Anche Fernando Carissimo va al lavoro tutti i giorni, salendo da Montesilvano: «Viaggio sempre in piedi e per via del traffico si accumula sempre ritardo», fa notare. L’insieme di autobus che, poi, si susseguono sulla stessa tratta e negli stessi orari, ideati proprio per alleggerire il sovraffollamento, entrano nel mirino dei pendolari, come appunto il 3, uno snodato, che segue il 38 e che da Terrarossa era partito qualche secondo prima del passaggio del 38. «A volte, nel giro di qualche minuto», protesta Pasqualina Gentile, «due, tre autobus passano tutti insieme. Ma poi, per mezz’ora, più nessuno». Idem Patrizia Colombaro che aggiunge che «è capitato che, nel giro di 15 giorni, per tre volte una corsa è interamente saltata». E’ dello stesso parere Dina Mambella: «Sono arrabbiata: tre corse tutte insieme. Dovrebbero coordinarsi di più». Ma ormai siamo a piazza Duca, Pescara, e l’autobus comincia a svuotarsi dando un po’ di tregua a chi resta sul pullman. Uno svuotamento che continua in piazza della Repubblica, quando le lancette segnano le 8.50, con un leggero ripopolamento su corso Vittorio. Il punto d’arrivo, con il sole alto e con la camicia madida, è l’aeroporto d’Abruzzo, quando l’autobus numero 38 arriva alle 9.09, dopo appunto un’ora e 9 minuti di viaggio. Secondo i sindacati la linea raggiunge tempi medi di attesa, per l’utenza di oltre mezz’ora. Lo stesso tempo che è condannato ad aspettare chi deve prendere il 3 o l’8. Terminata la corsa, alle 9.10, la linea 38 diventa 8, e riparte ricominciando il percorso.

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