Dragaggio con premio del 50%. Il 30 luglio terminerà l'intervento previsto da 200mila metri cubi, poi si proseguirà con l'escavo di altri 100mila metri cubi di materiali grazie ai risparmi sul costo complessivo dell'appalto. La conferma è arrivata ieri dal provveditore interregionale alle opere pubbliche Donato Carlea, colui il quale ha gestito tutta la procedura del progetto e del bando di gara per conto del Ministero delle Infrastrutture. Di passaggio a L'Aquila, Carlea ha affermato: «Sul fronte del porto c'è una buonissima notizia ed è quella relativa all'aumento della quantità di fanghi da dragare. Quando eravamo partiti era solo una speranza, adesso è una certezza. In virtù delle economie sulla cifra iniziale necessaria per togliere 200mila metri cubi, ora sarà possibile togliere altri 100mila metri cubi e soprattutto restituire una navigabilità migliore al porto». Per la canaletta, ovvero il porto dei pescatori, il problema è stato già superato con la prima fase dell'intervento, quando sono stati dragati 70mila metri cubi e i pescherecci hanno potuto riprendere la via del mare il 2 giugno. Il problema della darsena commerciale rimane a questo punto quello principale: la darsena è ancora più insabbiata della canaletta e lì da due anni nessuna nave può avvicinarsi proprio a causa dei bassi fondali. «Con il 50% di materiali in più da dragare - aggiunge Carlea - saremo in grado di restituire alla darsena una navigabilità di sei metri che consenta agli operatori commerciali di ripartire con le rispettive attività».
I diretti interessati prendono atto della notizia, ma fanno notare che «sei metri non so no sufficienti per la navigabilità in sicurezza delle navi, ne servono almeno sei e mezzo; il mezzo metro in più fa la differenza fra una nave a pieno carico e una a carico limitato. Sono mesi che chiediamo di porre rimedio a questo problema e prendiamo atto della notizia data dal provveditore Carlea, ma ricordiamo anche che alla darsena, finora, non è stato dragato nulla». Gli imprenditori del porto, dunque, sollecitano ancora le istituzioni perché dai fondali di 6,5 metri dipende il futuro sia delle attività strettamente commerciali sia di quelle turistiche. Queste ultime sono ferme dal 2011 quando la Snav interruppe i collegamenti con la Croazia, per cui questa è la terza estate che Pescara non ha più il catamarano per raggiungere la Croazia. In termini numerici, ciò ha comportato la perdita di almeno 25mila passeggeri l'anno, per un totale di 75mila potenziali turisti che non vengono più da queste parti e che preferiscono altre mete dell'Adriatico.
Sempre sul fronte del porto, ma in relazione al trasporto dei materiali, il comitato Via della Regione esamina oggi il caso della discarica Nicolaj a Piano di Sacco, contrada di Città Sant'Angelo. La comunità locale è insorta e il comitato Sos Territorio arriva oggi a L'Aquila con un pullman di cittadini per protestare contro il trasferimento di una parte dei fanghi dragati nella discarica angolana. Una protesta colorita e rumorosa, condita da striscioni, cartelli e du bott. «Non vogliamo i fanghi di Pescara e siamo contro questo progetto - affermano - che prevede l'insediamento di una piattaforma per il trattamento e recupero di sedimenti di dragaggio fluviali e marino-costieri e annesso impianto di depurazione per lo scarico nel fiume Fino in località Piano di Sacco».