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Data: 25/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Imu. Partiti in pressing su Saccomanni Le modifiche costano da 2 a 6 miliardi

ROMA Più vicini sugli sgravi alle imprese e sull’alleggerimento fiscale per gli immobili affittati, ma ancora lontani sulle famiglie e la prima casa, il perimetro della riforma e il nodo delle coperture. Alla vigilia degli incontri bilaterali, oggi al ministero dell’Economia, nel corso dei quali Pd, Scelta Civica e Gruppo Misto presenteranno ai tecnici di Fabrizio Saccomanni le loro proposte per rivedere l’Imu, comincia a prendere corpo l’impostazione di fondo con la quale i partiti si presentano all’affondo finale. I costi della manovra sull’Imu, ipotizzabili dalle prime anticipazioni tra 2 e quasi 6 miliardi sembrano comunque lontani dalle disponibilità di copertura sulle quali fa conto il Tesoro che arriverebbero faticosamente a circa 2 miliardi, per l’appunto.
Il Pdl è stato il primo, martedì, a consegnare le sue carte con la proposta di una riforma complessiva della tassazione sugli immobili e 4 sotto-proposte specifiche. Oggi il tour de force al Mef servirà un po’ da prova del nove in questa partita del gatto col topo, in cui ognuno aspetta che sia l’altro a fare la prima mossa. Il tempo stringe e il ministro dell’Economia intende concludere sul nodo Imu entro la fine della prossima settimana quando il premier Enrico Letta avrà terminato i vertici di maggioranza con i singoli alleati.
PRIMA CASA

L’esigenza di concludere non è solo politica. «Dobbiamo assolutamente fare la riforma dell'Imu entro il 31 agosto - ha messo in chiaro il ministro degli Affari regionali Domenico Delrio, al termine della Conferenza unificata - altrimenti i bilanci dei comuni sono a rischio».
La prima casa rimane però il pomo della discordia. «Sull'Imu si deve intervenire sulla spesa pubblica: tagliare le tasse con altre tasse è bizzarro, il bricolage fiscale che propone il Pdl non convince», ha affermato Linda Lanzillotta (Scelta Civica), vice Presidente del Senato, richiamando il programma elettorale del Pdl che puntava su accise, alcolici, lotterie per rastrellare i fondi necessari a coprire la cancellazione dell’Imu. «Il Pdl non chiede nuove tasse ma una revisione complessiva della tassazione immobiliare. La revisione della base imponibile - replica il capogruppo Pdl Renato Brunetta - è l'unica via ragionevole per uscire dall'impasse». «Cosa lo spinge allora ad arroccarsi nella ideologica posizione dell'abolizione totale per tutte le abitazioni principali?», si chiede a sua volta Federico Fornaro del Pd. All’incontro di oggi al ministero i democrat porranno perciò una pregiudiziale politica: nessuno può pensare di trasportare il programma elettorale nella riforma dell’Imu, ciascuno dovrà rinunciare a qualcosa. Il pd chiederà a Saccomanni di fissare il terreno di gioco il che vuol dire delimitare il problema delle coperture. Stabilito questo, il Pd resta per una revisione selettiva dell’Imu che a seconda di come viene modulata può esentare dal 50 all’85% dei contribuenti e favorirne almeno il 70%. Per il Pdl la partita è netta: abolizione tout court. La proposta di Scelta Civica è molto articolata, con una modulazione delle detrazioni che premiano famiglie con figli o anziani soli. Aumentando l’esenzione, il gruppo di Mario Monti calcola che alla fine lsolo il 40% dei contribuenti pacherebbe l’Imu.
IMPRESE E AFFITTI

Qui le posizioni sono meno distanti. Sia il Pd che il Pdl proprongono la deducibilità dall’Ires e dall’Irap e dell’Imu sui beni strumentali pagata dalle imprese. «Il governo sta lavorando per renderla deducibile dal prossimo anno», ha chiarito il viceministro all’Economia Luigi Casero. Ancora, sia Pd che Pdl chiedono un’aliquota ridotta per i proprietari che affittano le proprie case a canone concordato.

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