ROMA Non è un ultimatum, ma qualcosa che vi si avvicina. E di molto. Toni soft, certo, ma i leader sindacali hanno avvertito chiaramente Enrico Letta: o il tuo governo avrà il coraggio di affrontare i nodi irrisolti del fisco o potrebbe venir meno il nostro appoggio. Richiesta netta anche se il pranzo di lavoro di palazzo Chigi è servito, più in generale, per fare un giro di orizzonte sui tanti temi sul tappeto e immaginare una sorta di road map che dovrebbe concludersi alla fine di agosto, possibilmente con un accordo condiviso.
LE CONDIZIONI
Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti si sono impegnati ad elaborare su base confederale alcune proposte che poi dovrebbero confluire e trovare sintesi in un documento dettagliato da presentare a palazzo Chigi tra una quarantina di giorni. Il pacchetto etichettato Cgil, Cisl, Uil dovrebbe comunque contenere alcune linee comuni di intervento. Almeno quattro sono ben chiare e definite. Con allegati i risparmi ipotizzati. Dunque, taglio delle agevolazioni fiscali su misure considerate non socialmente utili che dovrebbero fruttare 20 miliardi. Poi vendita di beni demaniali da individuare annualmente, 15 miliardi. Ancora, riduzione di alcuni enti locali, a cominciare dagli apparati provinciali, per un importo di 5/6 milioni all’anno. Infine, lotta più dura e capillare all’evasione fiscale per un valore non stimabile. Evidentemente.
«In questo modo - e i leader confederali lo hanno spiegato chiaramente al presidente del Consiglio - vogliamo essere noi a indicare concretamente le aree di intervento e gli strumenti da adottare. Sta all’esecutivo dimostrare il coraggio di agire, scavalcando l’eventuale ostruzionismo delle lobbies».
INTERVENTI MIRATI
Certo, il pacchetto di richieste e proposte non potrà prescindere dall’adozione di un Patto condiviso tra sindacati e governo. Quel Patto che Bonanni insegue da mesi, se non da anni. Le risorse che potranno arrivare da queste operazioni dovranno essere utilizzate - in questo caso la richiesta dei sindacati è stata altrettanto perentoria - per alleggerire il carico fiscale su lavoratori, pensionati e imprese. Eventuali correzioni su Imu e Iva, per esempio, possono risultare rilevanti, ma non risolvono il problema vero, che è quello di far crescere i redditi delle famiglie, sostenere la competitività delle imprese e creare occupazione.
Enrico Letta avrebbe garantito la massima disponibilità a lavorare in accordo con le organizzazioni sindacali. «Il premier - ha confermato la Camusso al termine del vertice - si è impegnato ad affrontare il problema fiscale entro l’estate. Diciamo che è stato avviato un confronto. L’obiettivo è una ridistribuzione delle tasse che guardi al lavoro». Secondo il segretario generale della Cgil «è necessaria una operazione fiscale che non si riduca al cuneo, ma sia volta a valorizzare gli investimenti e l’occupazione. Le misure sulle imprese devono essere selezionate e non a pioggia». «Con Letta - ha commentato Bonanni - è possibile una vasta condivisione sui punti essenziali. Occorre arrivare a un’intesa che costituisca un punto di riferimento per aggredire la crisi. Le tasse centrali e locali hanno distrutto la giustizia del Paese. C’è chi paga e chi no e per questo rischiamo una deflagrazione. Occorre una svolta per uscire dallo stagno». «Positivo» per il leader della Uil, Luigi Angeletti, l’incontro con Letta. «L’obiettivo è arrivare a una riduzione delle tasse sul lavoro entro settembre».