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Data: 26/07/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Privatizzazioni e meno tasse per le imprese. Piano del governo

ROMA Inizia a delinearsi la strategia d’autunno del governo. Il premier Letta e il ministro Saccomanni in due distinti interventi al Senato (rispettivamente in aula al question time e in commissione Finanze per un’audizione) hanno messo in fila alcune delle novità che dovrebbero trovare posto nella legge di stabilità o in provvedimenti limitrofi. Naturalmente c’è prima da risolvere la pratica Imu, sulla quale Saccomanni non ha scoperto le carte ma ha dato comunque qualche indicazione; in particolare prospettando un riequilibrio tra la tassazione delle seconde case e degli altri immobili a disposizione (non più soggetti all’Irpef) e quella degli immobili affittati, che l’Irpef la pagano e per di più sono stati penalizzati dal venir meno delle agevolazioni in vigore con l’Ici.
I NUOVI INVESTIMENTI
Al di là della fiscalità immobiliare (che non dovrà subire aggravi complessivi anche una volta riformato il catasto) il ministro dell’Economia ha poi parlato di alcuni provvedimenti a favore delle imprese. In primo luogo un potenziamento dell’Ace, il cosiddetto aiuto alla crescita economica, meccanismo di incentivo alla patrimonializzazione introdotto dal governo Monti: l’idea è incrementare il rendimento figurativo riconosciuto per gli incrementi di capitale proprio, favorendo per questa via i nuovi investimenti e le nuove assunzioni. Un altro campo di intervento è dato dall’Irap. La completa eliminazione del costo del lavoro dalla sua base imponibile è una ipotesi che il governo non vede con favore, perché verrebbe meno uno strumento di agevolazione selettiva per determinate categorie di lavoratori. In vista di una futura riduzione del cuneo fiscale si pensa quindi di intervenire sui contributo sociali non previdenziali.
Poi ci sono le banche, che chiedono da tempo un trattamento meno sfavorevole per le svalutazioni dei crediti. L’esecutivo intende andare in questa direzione prima con riguardo alle svalutazioni future e poi nei limiti del possibile anche relativamente a quelle pregresse, nella speranza che un allentamento della stretta possa avere conseguenze favorevoli in termini di maggiori prestiti al sistema produttivo. Infine il ministro ha indicato una linea di grande prudenza sul tema della tassazione delle transazioni finanziarie (Tobin tax) in particolare mettendo in guardia sui rischi di una possibile estensione al comparto obbligazionario.
Tutti questi interventi in favore delle imprese dovranno naturalmente fare i conti con l’esigenza di mantenere il rigore sui conti. Segnali cautamente positivi arrivano però dalle entrate tributarie del mese di giugno che evidenziano una crescita non solo delle imposte dirette ma anche - seppur lieve - dell’Iva. Sul fronte macroeconomico Saccomanni vede un concretizzarsi della ripresa a partire dall’ultimo trimestre di quest’anno. Un aiuto dovrebbe venire anche dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione: a settembre potrebbe essere deciso un ampliamento dell’operazione: con ulteriori 10 miliardi si arriverebbe ad un plafond complessivo di 50.
LE DISMISSIONI IN AGENDA
Un altro grande obiettivo del governo è il contrasto all’evasione fiscale. Ne ha parlato anche il presidente del Consiglio indicando accanto alla strada delle repressione quella degli incentivi all’emersione del sommerso, come avviene ad esempio con gli ecobonus approvati dall’esecutivo (detrazioni fiscali fino al 65 per cento per gli interventi finalizzati alla ristrutturazione e al risparmio energetico).
Letta ha poi confermato l’intenzione di intaccare il debito pubblico con dismissioni relative sia al patrimonio immobiliare sia alle società partecipate dallo Stato o dagli enti locali. Evitando però le «privatizzazioni fatte male» del passato.

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