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Pescara, 16/05/2025
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Data: 01/08/2013
Testata giornalistica: Il Centro
Strage del bus, la verità affidata ai periti. Mezzo in regola ma aveva percorso 900mila km. Tre indagati: il proprietario del pullman e due funzionari delle Autostrade

ROMA Ci sono i primi tre indagati nell’inchiesta sull bus precipitato dal viadotto in Irpinia. Oltre al nome di Gennaro Lametta, fratello dell’autista morto nella strage e titolare della società proprietaria del bus, la procura ha iscritto al registro i nomi di due funzionari della Società Autostrade. Ipotesi di reato: concorso in omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Intanto si apprende che il bus della morte aveva già percorso oltre 900mila chilometri. A marzo la revisione aveva certificato «che il mezzo era in condizioni idonee alla circolazione con test meticolosi e severissimi eseguiti da un ingegnere specializzato». Ma la conferma che arriva da Giovanni Di Meo, dirigente della Motorizzazione civile di Napoli, così come dagli investigatori della Polstrada – che tutto, sul piano tecnico e documentale, era in ordine – alimenta nuovi interrogativi sulla tragedia in cui domenica scorsa hanno perso la vita 38 persone. «Quell'autobus ha superato i test a marzo, ma non possiamo sapere cosa è successo in seguito» osserva Di Meo. La risposta è ora affidata ai periti della procura incaricati di ricostruire il veicolo rimettendo insieme quello che resta della carcassa. Un secondo filone d’inchiesta per cui sono state disposti accertamenti tecnici riguarda la tenuta delle barriere laterali sfondate dal bus impazzito e la manutenzione della A16 nel tratto Baiano-Monteforte Irpino. Già oggi, intanto, la procura potrebbe far partire le trecento notifiche necessarie per eseguire l’autopsia dell’autista Ciro Lametta. Il fratello della vittima, Gennaro Lametta, titolare della Ack Travel Mondo di Napoli, società proprietaria del Volvo gran turismo, avrebbe dovuto essere ascoltato ieri dai pm, ma l’interrogatorio è slittato assieme a quello dei titolari della “Mondo Viaggi” di Giugliano, l’agenzia che aveva organizzato il viaggio a Telese Terme. I primi a entrare in procura sono stati i legali della Società Autostrade: un colloquio informale coi magistrati per ribadire piena collaborazione. «Stiamo lavorando a 360 gradi, è troppo presto per fare un quadro» è l’unico commento del pm Cecilia Annecchini, che con Adriano Del Bene conduce l’inchiesta coordinata dal procuratore Rosario Cantelmo. Il comune di Pozzuoli ha annunciato che si costituirà parte civile con le famiglie perché «non si spenga la luce» sulla strage. La procura intanto ha autorizzato la cremazione per 17 delle 38 vittime.

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