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Pescara, 16/05/2025
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Data: 01/08/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
L’opposizione chiede le dimissioni del sindaco. La minoranza incontra i cronisti, l’aula consiliare è piena di gente e arriva la Digos Giardinelli, ex capogruppo Udc: per questi fatti c’è una responsabilità politica

CHIETI «Chiediamo le dimissioni immediate del sindaco perché se sapeva, doveva denunciare, mentre se non era al corrente di nulla significa che non ha controllo sulla macchina amministrativa comunale». I partiti di opposizione, con a capo il Pd, chiedono la testa del sindaco Umberto Di Primio dopo l’arresto dell’assessore Ivo D’Agostino, Udc, al quale sono state ritirate tutte le deleghe in attesa che la giustizia faccia il suo corso. Il j’accuse della minoranza, supportata da Alessandro Giardinelli, ex capogruppo dell’Udc da poco confluito nelle fila di Scelta civica per l’Italia, e dal Fli, è andato in scena in un’aula consiliare gremita da cittadini e da rappresentanti di associazioni culturali. A vigilare sull’incontro, che doveva essere riservato a politici e mezzi di informazione, gli uomini della Digos teatina. «La nostra presa di posizione è sentita e doverosa», spiega Enrico Iacobitti, segretario cittadino del Pd, «in virtù dei gravissimi fatti accaduti. Le responsabilità penali riguarderanno la magistratura e le nostre valutazioni sono solo di natura politica». Una premessa che spalanca le porte all’attacco diretto indirizzato al sindaco. «Chiediamo le sue dimissioni. Se conosceva le situazioni rimarcate dalla Questura, aveva l’obbligo di denunciare. In caso contrario», aggiunge Iacobitti, «la situazione è addirittura peggiore dato che il sindaco non ha contezza di quanto succede negli uffici comunali». Da qui l’urgenza, secondo il Pd, di riaprire la questione morale della gestione del Comune di Chieti così come auspica il capogruppo del Partito democratico Alessio Di Iorio. «Chieti deve reagire e merita decisamente di più di quanto sta offrendo questa amministrazione comunale. Serve», dice, «una riscossa morale». Anche perché, ricorda il capogruppo di Chieti per Chieti Luigi Febo, la maggioranza di centrodestra continua a scricchiolare paurosamente. Ieri mattina è saltata per mancanza del numero legale la riunione dei capigruppo proprio quando la minoranza aveva richiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario sul “caso” D’Agostino. «La maggioranza», tuona Febo, «non esiste. Si è toccato il fondo». Sarcastico e pungente Alessandro Giardinelli ex compagno di partito dell’assessore D’Agostino. «Credo nella responsabilità politica del sindaco. La verità è che tutto il sistema è marcio e c’è un clima intimidatorio», sostiene, «in città». Filippo Di Giovanni, Pd, chiede che adesso venga data assistenza alle donne che hanno avuto il coraggio di denunciare i presunti abusi subiti dall’assessore D’Agostino. Silvio Tavoletta, invece, invoca la questione morale alla base di una nuova politica cittadina.

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