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Data: 01/08/2013
Testata giornalistica: Prima da Noi
Elezioni Regionali, botte da orbi tra Pd e Pdl: «è un abuso». La replica: «Pezzopane dilettante» Scontro acceso per decidere la data. Piccone: «risparmiamo 8 mln»

L'AQUILA. Il Consiglio regionale nella seduta di ieri ha dato il via libera ad un emendamento che consente al presidente Gianni Chiodi, di fissare la data delle elezioni regionali anche oltre i termini previsti dallo Statuto (cioè il 15 marzo 2014).
Questo seguendo l’assist fornito da un parere dell'avvocatura dello Stato a cui si era rivolto il Ministero dell'Interno che a sua volta aveva ricevuto un quesito dallo stesso Chiodi e dal presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano. L'ipotesi è quella di votare in concomitanza con l'election day del 25 e 26 maggio prossimi in concomitanza con le elezioni europee.
«Votare a maggio significa risparmiare 8 milioni di euro, riallineando le elezioni in Abruzzo al resto d'Italia», ha commentato il coordinatore regionale del Pdl, nonché sindaco di Celano e deputato (che conserva la doppia carica grazie ad un emendamento bipartisan).
«Non me la sento», va avanti Piccone, «di pensare diversamente rispetto alla possibilità di votare insieme alle Europee nella finestra estiva».
Il parlamentare, dunque, come il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, si schiera con il partito di quanti vogliono il rinvio della consultazione visto che in Abruzzo si votò il 15 dicembre del 2008.
«Se Gianni Chiodi oggi fissasse le elezioni - sottolinea - la prima data utile non potrebbe essere che il 15 dicembre o giù di lì. Qualcuno mi deve spiegare come potremmo a Natale far votare gli abruzzesi, con più di metà della regione che in quel periodo ha livelli climatici direi inaccettabili».

PD: «E’ UN ABUSO»
Ma il Pd protesta ferocemente. La segreteria regionale del partito parla di «abuso della maggioranza» e di «atto di arroganza» in violazione dello Statuto, commesso «nel disinteresse per i danni incalcolabili che deriverebbero a tutto l'Abruzzo da 6 mesi di ordinaria amministrazione e probabilmente di esercizio provvisorio, nel contesto di una crisi economica senza precedenti per una regione dove il Pil è sceso di sette punti percentuali negli ultimi quattro anni».
«Il dibattito in corso è davvero allucinante», commenta invece la senatrice Stefania Pezzopane «se, in questi anni, Chiodi e Pagano avessero voluto risparmiare risorse avrebbero potuto farlo. Questa 'sensibilità' a fine legislatura è davvero sospetta e ha il solo scopo di tenersi saldi sugli scranni, alla faccia della democrazia e delle scadenze di legislatura».
Pezzopane sottolinea che in caso di rinvio la Regione verrebbe consegnata ad una paralisi visto che, come chiarisce il parere dell'Avvocatura dello Stato, dalla scadenza naturale del Consiglio regionale, a metà dicembre, fino alla proclamazione dei nuovi eletti, il Presidente della Giunta e il Consiglio regionale si dovrebbero limitare agli atti di ratifica delle direttive europee, all' ordinaria amministrazione e agli atti urgenti e indifferibili.
«In una regione piena di problemi - prosegue Pezzopane - non si può certo governare solo con l'ordinaria amministrazione». Per evitare il rischio di un giudizio di incostituzionalità sull' accorpamento tra elezioni regionali ed europee, l'Avvocatura dello Stato ritiene necessaria una modifica della legge elettorale regionale, che implicherebbe per i consiglieri una deliberazione di proroga delle attività da marzo a maggio, cosa che consentirebbe loro di avere sei mesi di stipendio in più e di rinviare di 6 mesi il taglio da 45 a 31 dei consiglieri regionali.
«E’ incredibile pensare di prolungare la vita della Regione oltre i 5 anni», commenta anche il deputato di Sel Gianni Melilla. «Non vi è ragionevolezza e logicità nel prolungamento artificioso della Regione Abruzzo, e dal punto di vista economico l'assenza di un governo "pieno" per 6 mesi sarebbe un danno enorme per la società abruzzese»

«PEZZOPANE DILETTANTE»
«Una campagna elettorale senza fine è quella della senatrice Pezzopane», commenta il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano. «Una sindrome da affaticamento da urne, che la porta a fare dichiarazioni non da politico, ma da dilettante della politica. Grave, per chi come lei è nata funzionario di partito, che rimane la sua unica qualifica professionale e umana».Pagano accusa la senatrice di dispensare luoghi comuni, «in un mix di populismo e pressappochismo, ignorando volutamente quello che è davanti agli occhi dell’Italia intera».

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