Sì unanime a proposta del Pd per la procedura d’urgenza La Camera prova a smaltire l’arretrato entro il 9 agosto
ROMA Colpo d'acceleratore per la legge elettorale. Ieri alla Camera il Partito democratico ha proposto i requisiti d'urgenza nella conferenza dei capigruppo, strappando una decisione unanime. A settembre dunque approderà nel calendario dell'aula di Montecitorio la modifica del Porcellum con voto previsto entro i primi giorni di ottobre. Ancora un mese in commissione Affari costituzionali poi un testo, quale che sia, sarà sottoposto all'esame delle Camere. Ora anche al Senato potrebbe essere avanzata la stessa richiesta. «Il Paese ha la necessità di avere in tempi certi una nuova legge elettorale che assicuri governabilità e restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti», ha spiegato il capogruppo del Pd Speranza, dopo le sollecitazioni che in questi giorni gli sono giunte da una gran parte del partito. La proposta della procedura d'urgenza aveva fatto sorgere i dubbi maligni al Pdl che poi però ha dato il suo voto per un esame più spedito. «Una fretta sospetta che fa sorgere tanti interrogativi» aveva commentato Cicchitto riferendosi alla durata del governo. Per il presidente della commissione Affari costituzionali il pidiellino Sisto, si tratta di un atto di «sfiducia per il percorso delle riforme», ma il premier Letta ha allontanato subito ogni timore riconducibile alla stabilità dell'esecutivo. «Io sono “noporcellum”, bene la procedura d'urgenza, e ora ognuno dovrà assumersi le sue responsabilità» è il testo affidato a Twitter. In realtà, con l'autunno, si avvicina il giudizio sul ricorso per vizi d'incostituzionalità sollevato davanti alla Cassazione che ha sollecitato il parere della Corte Costituzionale. Rilievi riferibili al premio di maggioranza che alcuni sostengono sia sproporzionato, e sul listino bloccato che non garantirebbe una scelta effettiva da parte dell'elettore. Dunque, che la legge attuale debba essere cambiata prima di una nuova censura della Consulta, appare scontato. Sul come, invece, ci sono molte incertezze, dal ritorno al Mattarellum, ma corretto, riproposto in questi giorni da uno schieramento trasversale sostenuto anche dal M5S, all ritorno a un proporzionale puro che in Parlamento raccoglie consensi per lo più sottotraccia. Nella maggioranza però si sta facendo strada una nuova proposta che prende forma dallo schema della legge attuale, modificata facendo scattare il premio di maggioranza oltre la soglia del 40 per cento della coalizione vincente, prevedendo dunque un eventuale secondo turno, al quale parteciperebbero i primi due schieramenti. Stabilito dai capigruppo anche il nuovo calendario dei prossimi giorni. Prima della pausa estiva, Montecitorio dovrà procedere a tappe forzate anche per i disegni di legge sul contrasto all'omofobia, la riforma del finanziamento pubblico ai partiti e le norme sulla diffamazione. Oltre all'avvio dei lavori per la legge costituzionale sulle Riforme e ai decreti in scadenza, il voto per questi tre provvedimenti arriverà entro il 9 agosto.