ROMA Non andrà in carcere, Silvio Berlusconi. Ma questo già lo sapeva, perchè dalla condanna a quattro anni se ne dovranno concellare tre coperti dall’indulto del 2006, e per l’anno residuo il Cavaliere potrà chiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali oppure gli arresti domiciliari in una delle sue 20 residenze. Piuttosto, il macigno più pesante il verdetto della Cassazione lo ha posto sulla strada politica dell’ex premier. A cominciare dal rischio, concreto, previsto dalla legge Anticorruzione del 2012, di non essere più candidabile in Parlamento per i prossimi sei anni e di decadere dalla carica di senatore indipendentemente dalla pena accessoria. E ciò avverrebbe prima ancora che la Corte di Appello di Milano ridetermini - come indicato dalla Suprema Corte - l’interdizione dai pubblici uffici, facendola scendere da 5 a 3 anni. La decadenza, ovviamente, dovrà passare per il voto della Giunta per le immunità e, successivamente, per il voto dell’Aula. E dire che al momento della lettura della sentenza era sembrato che la Suprema Corte, non ridefinendo autonomamente la pena accessoria ma passando nuovamente la ’palla’ a Milano, avesse comunque allungato di qualche mese la permamenza di Berlusconi in Senato. Bisogna invece fare i conti con le nuove norme sull’incandidabilità (decreto legislativo 235 del 2012) per rendersi conto che lo scenario che si apre è ora ben più complesso
NIENTE CARCERE
Se la legge Anticorruzione è sufficientemente recente da non essere ancora passata attraverso interpretazioni univoche sul fronte incandidabilità/ineleggibilità, più semplice è sapere cosa sarà di Berlusconi rispetto alla pena principale. E’ definitiva ed eseguibile, ha spiegato il procuratore capo di Milano, Edmondo Buti Liberati. Ma la soglia di un carcere è certo che Berlusconi non la varcherà. La procura emetterà un ordine di esecuzione della pena con sospensione, visto che tre anni sono indultati e al Cavaliere resta un solo anno. A questo punto l’ex premier avrà trenta giorni di tempo per chiedere le misure alternative al carcere: l'affidamento in prova o gli arresti domiciliari. Per l’affidamento in prova, vale a dire attività da svolgere presso servizi sociali (ad esempio Caritas o centri di volontariato) l’istanza dovrà essere valutata dal Tribunale di Sorveglianza in tempi che non si prospettano brevi. Ma probabilmente l’ex premier non avrà alcuna intenzione di avanzare una richiesta del genere. Così come, in polemica con la condanna definitiva a 14 mesi di carcere per diffamazione, neanche Alessandro Sallusti volle chiedere alcunchè. Il caso del direttore de ’Il Giornale’ rappresenta un precedente che potrà valere anche per Berlusconi: sarà la procura stessa a chiedere gli arresti domiciliari per l’ex premier perchè, in base alla legge ’svuota carceri’ del 2010 voluta dall’ex ministro Alfano (e poi prorogata dal Guardasigilli Severino), i tre requisiti essenziali per concederli ci sono tutti: pena da scontare inferiore ai 18 mesi, domicilio idoneo e mancanza di pericolosità sociale. Certo, con i domiciliari il Cavaliere avrebbe maggiori restrizioni: orari da rispettare, poche possibilità di uscire da casa e alcuni divieti anche per la comunicazione con l'esterno. Ma non saranno limitazioni automatiche perchè verranno stabilite dal Tribunale di Sorveglianza.
DECADENZA E INCANDIDABILITA’
Con la sentenza definitiva di condanna a una pena superiore a due anni reclusione per i reati indicati dalla legge Anticorruzione (e tra essi reintra anche la frode fiscale), il pericolo più imminente per il Cavaliere è un voto della Camera che ne dichiari la decadenza o l’incandidabilità sopravvenuta (art.3 del decreto legislativo 235). Non solo. L’art.13 dello stesso decreto legislativo prevede che la durata dell’incandiabilità, ovvero del periodo in cui il Cavaliere non potrà più tornare in Parlamento, sia il doppio della pena accessoria. Il che significa sei anni, se si considera che la Cassazione ha chiesto alla Corte di Appello di Milano di rideterminare a tre anni l’interdizione dai pubblici uffici. Ad inchiodare l’ex premier a questa fosca prospettiva è poi un altro passaggio della stessa norma che, testualmente, recita: «in ogni caso, l’incandidabilità, anche in assenza della pena accessoria, non è inferiore a sei anni». Per tornare in Parlamento Berlusconi dovrà aver compiuto 83 anni.
Berlusconi condannato l’interdizione va ridefinita
La sentenza a 4 anni di carcere per frode fiscale diventa
definitiva. Rigettati in toto i ricorsi dei coimputati
ROMA La conferma della condanna arriva dopo sette ore di Camera di consiglio. Il presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, legge la prima parte del suo verdetto: «la Corte di cassazione sezione feriale, annulla». E nell’aula, piena in ogni ordine di posti, qualcuno prova anche a esultare. Ma la soddisfazione dura poco, perché bastano le parole successive per capire che nulla è cambiato rispetto a quanto deciso dalla Corte d’appello di Milano, e che per Silvio Berlusconi e per gli altri tre imputati, gli ex dirigenti di Mediaset Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto e il produttore cinematografico Frank Agrama, la pena diventa esecutiva. Quattro anni per il Cavaliere, di cui tre indultati. Uno da scontare ai domiciliari o in affidamento ai servizi sociali, sempre che i legali decidano di presentare la richiesta, e che i giudici la accolgano.
Il riferimento della Corte all’annullamento riguarda, invece, l’interdizione dai pubblici uffici, quei cinque anni decisi dai giudici milanesi che avrebbero portato il Cavaliere fuori dalle cariche politiche in via definitiva. Gli ermellini hanno stabilito che la durata venga ricalcolata da un’altra Corte d’Appello, in sintonia con quanto aveva richiesto nella sua requisitoria il sostituto procuratore generale Antonello Mura, per il quale c’era stato un errore di calcolo, e gli anni dovevano essere tre e non cinque.
LA GIORNATA
La Camera di consiglio dei cinque giudici supremi è iniziata alle dodici e trenta di ieri, quando il grosso portone dell’aula della prima sezione penale si è chiuso. Il presidente ne ha fissato la riapertura per le cinque del pomeriggio. E così, con il passare delle ore, la tensione è aumentata. Davanti al Palazzaccio hanno cominciato a sfilare i personaggi più strani, tra chi sosteneva l’ex premier e chi invece si augurava che venisse condannato. Il cordone di sicurezza predisposto dalle forze dell’ordine ha evitato che potesse scatenarsi qualche disordine. Intorno alle cinque sono arrivati i difensori degli imputati. Il professor Franco Coppi e l’avvocato Niccolò Ghedini hanno scelto di non essere presenti alla lettura del verdetto, così come l’avvocato Filippo Dinacci che assiste Gabriella Galetto. Questo ha scatenato “i rumors” tra la folla di avvocati e giornalisti che aspettavano la sentenza. «Forse già sanno che non andrà così bene», è stato il commento tra la folla. In realtà, i difensori hanno preferito evitare l’onda d’urto delle telecamere e dei fotografi che, nei giorni scorsi, avevano messo a dura prova il cordone di sicurezza creato per farli uscire dal palazzo di piazza Cavour. Così, a presenziare per l’imputato Berlusconi, sono arrivati tre avvocati dello studio Coppi: Roberto Borgogno, Francesca Coppi (figlia del professore) e Alì Abukar Haya.
LA STAMPA STRANIERA
Pochi minuti dopo l’ingresso in aula della Corte, la notizia della condanna del leader di Forza Italia a quattro anni di carcere e il rinvio per l'interdizione dai pubblici uffici è diventata la breaking news di tutti i media mondiali: dalla britannica Bbc a Skynews, ai francesi Le Monde e Le Figaro, ai tedeschi Bild e Spiegel, gli spagnoli El Paìs e El Mundo. Il Bild si è anche preoccupato di valutare in quali e quanti luoghi l’ex premier avrebbe potuto trascorrere il suo anno di arresti domiciliari, visto che possiede ben venti case e ville solo nel Belpaese.
La data di inizio del nuovo procedimento non vedrà più i giudici fare maratone giudiziarie per il rischio prescrizione, perché la sentenza ormai definitiva ha chiuso la querelle. Riguardo alla nuova udienza, invece, bisognerà vedere quando gli ermellini decideranno di inviare a Milano le motivazioni del provvedimento emesso ieri. E a qual punto verrà istruito il nuovo processo per la sola interdizione.