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Pescara, 16/05/2025
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Data: 02/08/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Pagano contro Pezzopane «Dilettante della politica» Scintille sul rinvio del voto. Il Pd: «Così si rischia l’annullamento»

PESCARA «Dilettante della politica». Solitamente diplomatico e prudente nei toni, il presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano replica piccato alla senatrice Stefania Pezzopane. E sono vere legnate verbali quelle che le rifila, accusandola di superficialità e faziosità. Il casus belli è l’accesa diatriba sulla data delle elezioni regionali, che gran parte del Pdl vorrebbe far slittare a maggio, accorpandole alle europee, mentre il Pd preme perché si tengano alla scadenza naturale della legislatura, dunque tra la fine di quest’anno e i primi mesi del 2014. Due giorni fa il Consiglio ha approvato a maggioranza un emendamento che consente al governatore Gianni Chiodi di fissare la data anche oltre i termini previsti dallo Statuto (il 15 marzo 2014 appunto) uniformandosi alle norme sulla spending review. «La storia del rinvio del voto per risparmiare risorse non se la beve proprio nessuno - aveva commentato martedì la senatrice del Pd -. Se, in questi anni, Chiodi e Pagano avessero voluto risparmiare, avrebbero potuto farlo. Questa sensibilità a fine legislatura è davvero sospetta e ha il solo scopo di tenersi saldi sugli scranni». Pagano non ha digerito l’offesa e ha risposto per le rime. «Quella della Pezzopane è una campagna elettorale senza fine, una sindrome da affaticamento da urne che la porta a rilasciare dichiarazioni non da politico, ma da dilettante della politica», ha replicato l’esponente del Pdl, che poi è passato all’affondo: «È un comportamento grave per chi, come la Pezzopane, è nato funzionario di partito, sua unica qualifica professionale e umana. Sulla questione dell’election day a maggio, la senatrice dispensa luoghi comuni, in un mix di populismo e pressappochismo, ignorando volutamente quello che è davanti agli occhi dell’Italia intera, se è vero come è vero che l’Abruzzo, da Regione canaglia, è diventata punto di riferimento». Da bestia nera a modello virtuoso: «In tema di contenimento dei costi della politica - ha sottolineato Pagano -, abbiamo anticipato molti interventi che solo in seguito sono stati imposti dalla spending review, come la riduzione degli emolumenti dei consiglieri e l’eliminazione del vitalizio. Per non parlare del fatto che l’Abruzzo era stato commissariato per il debito sulla sanità e ora è riuscito a mettere in ordine i conti». Pagano ha liquidato dunque le esternazioni della senatrice aquilana come «un’evidente manifestazione di un interesse di parte, o meglio, dell’interesse del suo partito». Ma la polemica non finisce qui. Ieri il centrosinistra è tornato a protestare per il probabile slittamento del voto. Andrea Catena, coordinatore della segreteria regionale del Pd, e il parlamentare di Sel Gianni Melilla hanno definito l’emendamento approvato in Consiglio un «atto di arroganza» e un «colpo di mano». «Il centrodestra ha scritto una delle pagine più nere nella storia dell'istituzione regionale stracciando lo Statuto, che vieta di modificare le norme in materia elettorale nei sei mesi precedenti la scadenza della legislatura», ha dichiarato Catena. La maggioranza insomma non può «cambiare le regole in corsa, a suo uso e consumo». Perchè - dicono Pd e Sel - così si corre il rischio che le elezioni siano poi invalidate per incostituzionalità.

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