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Pescara, 16/05/2025
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02/08/2013
Il Messaggero
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Stallo sull’Imu, via libera agli ecobonus. Il fabbisogno peggiora, manca il gettito della prima rata |
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ROMA Tutto fermo per l’Imu. Nessuna convocazione del tavolo politico della cabina di regia né per oggi, né per la prossima settimana com’era nelle atese. La decisione della Corte di Cassazione deve ancora essere metabolizzata dal mondo politico e lascia aperte delle incognite nella tenuta della maggioranza. Eppure in Parlamento è corsa contro il tempo per l’approvazione di provvedimenti importanti, il primo dei quali è stato ieri il decreto sugli ecobonus che ha avuto il via libera in Senato con un voto plebiscitario (249 sì e solo 2 contrari) ed è diventato legge. Gli incentivi del 50% per le ristrutturazioni edilizie e del 65% per l’efficienza energetica rimangono e diventano strutturali, anche per il 2014, salvo il fatto che occorrerà trovare la copertura nella legge di Stabilità a settembre. Palazzo Madama ha votato anche un ordine del giorno che impegna il governo a modificare, nel decreto Fare, la norma che attualmente prevede la nullità dei nuovi contratti d’affitto in assenza della presentazione del certificato di attestazione energetica. Si andrà, probabilmente, verso un periodo di transizione di un anno. Sempre in Parlamento, è arrivato il via libera di Palazzo Madama sul nuovo Isee mentre sul versante dei debiti Pa si registra la protesta dell’Ance: la nuova tranche di pagamenti per i prossimi mesi «è destinata solamente alla spesa corrente ed esclude gli investimenti. Così si taglia fuori l’edilizia», lamenta l’associazione. «È una decisione inaccettabile», aggiunge il presidente Paolo Buzzetti che chiede modifiche. Infine, il Tesoro ha diffuso i dati sul fabbisogno: a luglio peggiora di quasi 10,8 miliardi, con un rosso di 8,8 miliardi a fronte di un avanzo di 1,9 nel 2012. Un dato che risente di scadenze tecniche ma anche del mancato pagamento dell’Imu: infatti, nel bimestre giugno-luglio il peggioramento è stato di 2,3 miliardi equivalenti grosso modo al mancato gettito di 2,1 miliardi della prima rata. LE DIVISIONI
Tra i tanti nodi da sciogliere, sempre dall’Imu si dovrà dunque ripartire. Il Pd rimane sulla sua posizione: sull’Imu rimodulazione sì, abolizione no. Il Pdl insiste per una cancellazione e il capogruppo Renato Brunetta ha chiesto, non più tardi di due giorni fa, al premier Letta «di intervenire sul ministro Saccomanni affinché siano rispettati gli accordi di governo». Una prima convocazione della cabina di regia potrebbe arrivare per la prossima settimana anche se rischia di non essere ancora quella risolutiva. Il Mef potrebbe mettere sul tavolo tre o forse quattro opzioni sulle quali sollecitare i partiti della maggioranza. Per il 2014 la «service tax», ovvero la tassa unica comunale che inglobi Imu, Tares e gli altri servizi (illuminazione, strade, etc.) rimane la via maestra sebbene ma per il 2013 la partita è tutta da giocare. Dal Senato potrebbe arrivare la spinta per una soluzione concordata. Il presidente della commissione Finanze ha infatti intenzione di fissare la chiusura dell’indagine conoscitiva sulla tassazione immobiliare per mercoledì. «Il ministro Saccomanni - afferma il presidente Mauro Marino - si è impegnato ad aspettare le nostre conclusioni, quindi è un nostro obbligo morale essere all’altezza di questa aspettativa». Da qui l’invito ai relatori per la presentazione di un documento unitario che possa dare un indirizzo chiaro al governo.
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