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Data: 03/08/2013
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pena notificata e subito sospesa, già revocato il passaporto

MILANO Le burocrazie si muovono in fretta, manco il tempo di digerire la condanna della Cassazione contro Berlusconi, che già la macchina giudiziaria si mette in moto. Di buon mattino il procuratore generale di Milano trova sul proprio tavolo il dispaccio con cui la Corte Suprema comunica la sentenza ai danni del Cavaliere, poche ore dopo il procuratore della Repubblica firma il foglio che rende esecutiva la pena, e in serata la Questura di Roma viene incaricata di ritirare il passaporto al leader del Pdl. E proprio a Roma, nel pomeriggio, Berlusconi ha ricevuto il comandante provinciale dei Carabinieri, il generale Maurizio Mezzavilla, che gli ha notificato il decreto di esecuzione della pena.
Dunque, Berlusconi è ancora un uomo libero, e lo rimarrà almeno per un altro mese e mezzo, ma ufficialmente è ormai un condannato che dovrà scontare la sua pena e che per l’intanto non può più espatriare. Tre dei quattro anni inflitti dal verdetto sono cancellati dall’indulto, gliene rimane uno da fare, tuttavia in carcere non ci passerà nemmeno un giorno. Un po’ per l’età (farà 77 anni a settembre), molto perché la Procura di Milano ha comunque sospeso la pena per dar modo «al condannato» di chiedere una misura alternativa alla prigione: o gli arresti domiciliari, o l’affidamento ai servizi sociali.
DECISIONE A META’ OTTOBRE

Tecnicamente, il Cavaliere dovrebbe scegliere il suo destino entro trenta giorni. Però il primo agosto è scattata quella che viene definita ”sessione feriale”, cioè i 45 giorni estivi durante i quali i provvedimenti giudiziari vengono sospesi. Significa che se ne riparlerà a metà settembre e che, probabilmente, l’ex premier avrà tempo fino a metà ottobre per decidere il modo a lui più congeniale per scontare la pena. Se opterà per gli arresti domiciliari potrà indicare al giudice di sorveglianza il luogo di espiazione e chiedere di incontrare altre persone oltre ai familiari, o di partecipare alle sedute del Senato se sarà ancora parlamentare.
La firma sul decreto di esecuzione della pena è stata messa dal procuratore aggiunto Fernando Pomarici. Il suo superiore, Edmondo Bruti Liberati, ha invece pensato a sbrigare in modo rapido altre faccende.
SENTENZA A PALAZZO MADAMA

Così come previsto dalla decreto anti-corruzione del governo Monti, ha inviato a Palazzo Madama copia della sentenza di condanna in modo che siano avviate le procedure per la decadenza da senatore di Berlusconi. Il presidente Grasso ha ricevuto e girato il documento al presidente della commissione per le autorizzazioni a procedere.
Soprattutto, però, Bruti Liberati ha già dato ordine alla Questura di Milano di «ritirare il passaporto del condannato». La Questura di Milano ha incaricato a sua volta quella della Capitale visto che recentemente il Cavaliere ha portato la sua residenza in via del Plebiscito. Probabilmente i poliziotti andranno da lui già questa mattina, e dunque non si dovrà aspettare metà ottobre per vedergli imposto il divieto di espatrio. L’impossibilità di andare all’estero è esecutiva da subito, ed è il primo segno inequivocabile delle limitazioni imposte alla sua libertà.
Rimane da capire cosa sceglierà di fare Berlusconi. Se i trenta giorni (in realtà settantacinque) per chiedere «di essere ammesso alle misure alternative» passassero senza una sua decisione, la parola passerà al giudice di sorveglianza che dovrà decidere dove, con quali restrizioni e con quali obblighi il leader del Pdl dovrà trascorrere i suoi prossimi dodici mesi. Con un’incognita ulteriore: che se nei tempi a venire dovesse essere condannato per un altro reato, gli verrebbe revocato l’indulto e dovrà scontare i quattro anni per intero.

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