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Data: 03/08/2013
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Di Primio non fa sconti: «Sciacalli della politica». Il sindaco indaga su sesso e case. Risposta durissima all’attacco dell’opposizione: «Io non sapevo nulla»

CHIETI Annuncia una indagine interna per far luce sulla gestione del settore delle Politiche della casa, il sindaco Umberto Di Primio che ieri, per la prima volta in maniera ufficiale, ha commentato lo scandalo che ha travolto l'assessore Ivo D'Agostino, da martedì ai domiciliari con l'accusa di concussione e violenza sessuale.

Accerchiato da tutta la sua maggioranza, Di Primio in conferenza stampa ha replicato anche alle forze d'opposizione che hanno chiesto le sue dimissioni sulla scorta della tesi per cui "non poteva non sapere". Il sindaco non solo ha detto che non si dimetterà ma ha accusato le opposizioni di "sciacallaggio politico". Per lui la posizione non può essere che una: "Attendere l'esito della magistratura, perché anticipare le sentenze, come hanno fatto le minoranze, è sempre un errore". Riguardo alla possibilità che avesse contezza di illeciti nella gestione delle Politiche della casa, ha detto chiaramente: "non sapevo nulla". Gli abbiamo chiesto conto delle chiacchiere che giravano in città sulla condotta dell'assessore D'Agostino e lui ha risposto che "le chiacchiere girano su tutti" ma che lui non ha mai avuto "prove" o "elementi concreti" per rivolgersi alla magistratura. "Se li avevano quelli che adesso parlano di chiacchiere note in città - ha aggiunto il primo cittadino - perché non ci sono andati loro alla magistratura". Di Primio ha anche detto che l'accusa rivolta a D'Agostino è di quelle più "odiose" e che, se i fatti dovessero essere riscontrati, il Comune dovrebbe non solo assicurare solidarietà alle vittime ma anche "chiedere loro scusa". Il sindaco ha inoltre ribadito la propria fiducia nelle attività della magistratura e ha auspicato che tutto si concluda nel più breve tempo possibile. "Siamo di fronte a una vicenda umana molto triste - ha aggiunto - sia nel caso che D'Agostino sia colpevole, sia nel caso in cui non lo sia, essendo stato ingiustamente accusato di reati tanto pesanti".

Di Primio, sin dal giorno dell'arresto, ha tolto le deleghe all'assessore dell'Udc (nel frattempo sospeso anche dal suo partito), ma non gli ha revocato la carica da assessore. "Credo - ha detto a riguardo - che sia lui a doversi dimettere dalla carica. Penso che gli gioverebbe anche ai fini processuali, visto che così sarebbe impossibilitato a reiterare il reato o inquinare le prove". Il sindaco ha annunciato che aspetterà sino al giorno dell'incidente probatorio, l'8 agosto, per decidere se ritirare o meno l'incarico da assessore. In futuro deciderà anche se reintegrare o meno la giunta del membro mancante. In conferenza stampa il sindaco ha anche citato il caso di una donna (pare coinvolta nell'indagine, ma non si può dirlo con certezza, visto che i nomi delle vittime sono ovviamente segreti) che aveva richiesto la casa popolare dal 2008 e che l'avrebbe effettivamente avuta nel 2012 ma solo su interessamento della Caritas. In relazione a questo episodio, il consigliere di minoranza Alessandro Giardinelli (Scelta civica), che ha assistito alla conferenza stampa, ha definito "grave" l'aver parlato pubblicamente del caso. C'è infine da annotare la posizione di Sergio Montanaro del Movimento Ideabruzzo che ha accusato i gruppi di minoranza di aver colto "l'occasione per dare sfogo a faide e vendette politiche che non portano nessun valore alla discussione soprattutto amministrativa della città".

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