Succede che in una tranquilla domenica si decide di andare a Raiano perché c’è un bel concerto nel chiostro. Succede che finito il concerto la macchina non ne vuole sapere di ripartire. Che si fa? Ci sarà un autobus per Sulmona! E invece no, niente autobus, è domenica! Vabbe’, allora ci sarà un treno, ma l'orario? L'orario è in stazione e la stazione… a circa un chilometro. Cammina cammina, ecco il tabellone degli orari: un treno c'è alle 21.02, l'ultimo possibile, poi il nulla. Ma sono le 19, che si fa? Chiamiamo un taxi! I taxi arrivano da Sulmona, ci sono ben tre numeri da chiamare corrispondenti ad altrettante postazioni, ma nessuno risponde. Si sta facendo tardi. La stazione all'imbrunire è inquietante, non c'è nessuno, neanche l'ombra di un ferroviere, nemmeno la macchinetta per emettere i biglietti. Dopo un po' una voce proveniente dall'alto (il Padreterno?) annuncia l'arrivo puntuale del treno. Siamo salvi! In breve arriviamo a Sulmona, finalmente a casa! La stazione di Sulmona però a quell'ora "tarda" (circa le 21,30 d'estate) appare come in dismissione, tutto chiuso, anche il bar. Chiediamo della navetta: “Eh signò! La navetta? A quest'ora?” Taxi non ce ne sono, riproviamo a chiamare ma … silenzio di tomba. Non resta altro da fare che andare a piedi. A piedi sì, ma dove? Il marciapiede è totalmente sconnesso, interrotto ad intervalli regolari da alberi di una certa grandezza, le auto sfrecciano veloci nonostante il limite di 50km/h per cui guai a camminare al bordo della strada, si rischia la vita. In più ormai è notte e l'illuminazione molto scarsa. È così per un chilometro e mezzo, fino all'altezza della Cattedrale di San Panfilo dove abbiamo l'impressione di uscire da un tunnel. L'incubo è finito almeno per noi, ma un pensiero gira per la testa: è possibile che una cittadina come Sulmona che si vanta di essere "città d'arte" (e ne avrebbe tutte le potenzialità) una città a vocazione turistica, riservi un'accoglienza così desolante a chi decide di visitarla arrivando in treno? Se la stazione è lontana dal centro allora è necessaria sempre una navetta che assicuri il trasporto almeno fino a quando arrivano i treni. E i taxi? Che fine hanno fatto? Marina Pecorini